Settimana di lavori intensi alla Camera dei Deputati, dove l’attenzione era tutta per l’approvazione del decreto Milleproroghe, resosi necessario per rimediare “all’autogol”, ammesso dallo stesso Premier Matteo Renzi, con particolare riguardo alla riforma del regime dei minimi delle partite IVA entrato in vigore il 1° gennaio 2015 con la nuova legge finanziaria. Dopo il via libera ottenuto in commissione, il decreto Milleproroghe è così approdato in Aula alla Camera nella giornata di mercoledì, dove ha avuto inizio la discussione generale, seguita dalle votazioni.
Proroga al 2015 del vecchio regime dei “minimi”. La novità più attesa e richiesta a gran voce dai lavoratori autonomi era la proroga al 2015 del vecchio regime dei minimi IVA al 5% e la riapertura della rateizzazione delle cartelle Equitalia. L’emendamento approvato sui minimi stabilisce che i possessori di partita IVA, con guadagni fino a 30mila euro, per tutto il 2015 potranno optare alternativamente sia per il nuovo regime dei minimi che prevede un’aliquota forfettaria al 15%, come previsto dalla legge di Stabilità 2015, sia per il vecchio regime al 5% con il limite temporale fissato in 5 anni o al raggiungimento dei 35 anni d’età. Un vero e proprio dietro front del Governo insomma, con cui si è rimediato, almeno per quest’anno, a dubbi e problematiche introdotte dalla riforma.
Partite Iva, bloccato al 27,72% l’aumento dell’aliquota Inps. Tra le novità sempre su autonomi e partite IVA, anche l’approvazione dell’emendamento dall’on. Barbara Saltamartini (gruppo Misto) con cui si è bloccato al 27,72%, per il terzo anno consecutivo, l’aumento previsto dell’aliquota dei contributi Inps per le partite IVA. L’aliquota dei contributi previdenziali dovuta dai titolari di partita IVA iscritti alla gestione separata Inps aumenterà solo gradualmente nei prossimi anni ed in particolare si prevede al 28% nel 2016 e al 29% nel 2017. Una buona notizia quindi per professionisti e commercianti.
Mini proroga di 4 mesi per gli sfratti. Tra le modifiche al decreto Milleproroghe varate dalle commissioni riunite Affari Costituzionali e Bilancio anche una vera e propria “mini-proroga” per 4 mesi del blocco degli sfratti. Il giudice potrà così «disporre la sospensione dell’esecuzione» dello sfratto «fino al centoventesimo giorno dall’entrata in vigore della legge di conversione», e ciò per consentire il passaggio da casa a casa alle persone colpite dallo sfratto. La mini-proroga così concepita risulta essere un vero e proprio strumento di aiuto sociale per le famiglie che si trovano in difficoltà.
Eccellenze italiane all’estero. Nel decreto c’è spazio anche per i cervelli italiani fuggiti all’estero. Il decreto infatti prevede una proroga per due anni gli incentivi previsti per chi rientra in patria e allo stesso tempo aumenta da 4 a 6 anni la durata massima degli assegni di ricerca. Questa è una novità importante con cui si pone l’accento sulla volontà di far rientrare e crescere le eccellenze italiane nel nostro Paese e cercando di invertire il triste trend degli ultimi anni di una vera e propria fuga vero gli altri Paesi.
Giudici di pace e Comuni, a volte tornano. Con il decreto, infatti, i sindaci e le unioni di Comuni, fino al 30 luglio, potranno chiedere la riapertura degli uffici dei Giudici di pace soppressi per effetto del riordino degli uffici giudiziari. In questo modo slitterà a fine anno il termine per completare le unioni di Comuni. Inoltre tra le altre novità contenute nel decreto, è da segnalare anche lo slittamento al 2017 del nuovo esame di abilitazione degli avvocati.
Il decreto, con tutte le novità che introduce, scade il 1° marzo ed è ora atteso al vaglio del Senato.