Continua a tenere banco la vicenda di Graziano Stacchio, il benzinaio 75enne di Nanto, nel vicentino, che lo scorso 3 febbraio sparò e uccise un nomade nel tentativo di sventare una rapina nella gioielleria poco distante alla sua stazione di rifornimento.
La cronaca. La dinamica dei fatti ormai è chiara a tutti; quella sera un gruppo di banditi cercò di rapinare la gioielleria di Roberto Zancan, i malviventi si armarono di pistole (forse kalashnikov), spranghe e maschere di gomma e fecero irruzione nel negozio, dove era presenta una ragazza. A quel punto, Stacchio, accortosi della situazione, prese la sua arma e, quando i ladri aprirono il fuoco contro di lui, anch’egli rispose sparando un colpo. A farne le spese fu Albano Cassol, un nomade vicentino 41enne che stava partecipando al colpo, che fu ferito alle gambe. Dalle perizie risulta che il colpo sparato è partito dalla pistola di Stacchio, ma quest’ultimo non è risultato fatale. Il nomade quella sera, dopo essere stato ferito, fu caricato in macchina dagli altri banditi e il suo corpo senza vita fu ritrovato nella stessa auto abbandonata poco dopo.
I cittadini di Nanto e di tutta Vicenza si sono schierati subito a favore del benzinaio (indagato per eccesso di difesa) facendo nascere una sorta di movimento chiamato “Io sto con Stacchio”. L’anziano è considerato da tutti un eroe per aver difeso la sicurezza del paese e la vita della giovane ragazza che al momento della rapina si trovava all’interno della gioielleria. Per lui fu organizzata una fiaccolata che vide la partecipazione di tutta la cittadinanza e dei paesi limitrofi. Ma è stata proprio la fiaccolata a dare seguito a questa triste vicenda.
Durante il raduno dei cittadini di Nanto, sono state messe a segno 15 rapine in abitazioni ed esercizi commerciali, quasi come una punizione per l’appoggio a Stacchio o una rivendicazione nei confronti di Cassol. Sta di fatto che tutti gli abitanti chiedono a gran voce un intervento delle autorità competenti e delle forze dell’ordine affinché il paese venga messo in sicurezza, al fine di poter continuare a lavorare e apportare produzione e crescita al Paese (ricordiamo che, attualmente, il Triveneto è la zona più produttiva e ricca d’Italia).
La reazione di Stacchio. il benzinaio continua a condurre una vita normale, prestando servizio, insieme al figlio, alla pompa di benzina ma continua ad essere turbato dall’accaduto e dal pensiero che Cassol potesse essere salvato. Queste sono le sue parole durante un’intervista: “Quando uno di loro è venuto verso di me con il mitra in mano ho mirato alle gambe per difendermi, non volevo certo uccidere. Non sono un eroe, né un giustiziere. Ho agito d’istinto, pensando alla povera commessa sola nella gioielleria, che poteva essere mia figlia. Se avessero messo un laccio attorno alla ferita, non avrebbe perso tutto quel sangue, avrebbero potuto lasciarlo a terra oppure portarlo in ospedale”.
La visita di Salvini. Nel frattempo, anche il segretario della lega, Matteo Salvini, ha voluto far visita al benzinaio per mostrargli solidarietà e offrirgli tutto il suo appoggio. Il segretario del Carroccio si è intrattenuto con lui e con il figlio in un colloquio di pochi minuti. Al termine ha rilasciato alcune parole, di seguito riportate: “Ho visto il filmato che riprende gli attimi della rapina. Vorrei farlo vedere ai buonisti e mostrare loro il terrore di una ragazza che si è vista davanti un criminale con una maschera di gomma che tentava di infrangere la vetrina e un altro che avanzava con il kalashnikov. I cittadini mi chiedono sicurezza ed è giusto che reclamino un proprio diritto”.
L’aumento della criminalità nel nostro Paese ormai è un dato di fatto e le forze dell’ordine, coloro che dovrebbero farci dormire sogni tranquilli, sembrano avere le mani legate, a causa dell’inerzia e del disinteresse delle autorità competenti.