La crisi, la miseria, la povertà, la fame sovente sanno rivelarsi in grado di produrre storie tristi e rabbiose e quanto accaduto a Marigliano rilancia questa cruda realtà.
Un salumiere del centro storico regala un panino ad un invalido in difficoltà economiche, ma viene multato perché non ha emesso lo scontrino fiscale. Un gesto di ordinaria generosità per il giovane commerciante che quasi ogni giorno offre un panino a Gigi, disabile con deficit cognitivi. Tutt’altro che inteneriti dall’atto di magnanimità del giovane, i tre finanzieri presenti sul posto hanno elevato la contravvenzione all’esercente, senza accettare scuse ed ascoltare ragioni.
Una situazione emblematica che ben immortala un antico braccio di ferro che vede i commercianti opporsi all’operato della guardia di finanza, in virtù delle – a loro dire – eccessive sanzioni che si vedono affibbiare, a fronte della mancata battitura di scontrini irrisori, talvolta perfino dell’importo di pochi centesimi.
Una “frode fiscale” blanda, talvolta dettata dalla fretta o dalla distrazione e che evoca rabbia e malcontento se accostata alle evasioni milionarie attuate da “maghi del fisco”.
L’episodio avvenuto ieri, intorno alle 10 del mattino, nei pressi della chiesa Santa Maria delle Grazie, nel cuore del centro storico, in tal senso, ben sintetizza quanto lamentato dai commercianti partenopei: i finanzieri hanno fermato Gigi proprio fuori al punto vendita chiedendogli lo scontrino. Il disabile ha ripetuto più di una volta che il panino gli era stato regalato e provato dalla situazione è scoppiato in lacrime, mentre invano provava a spiegare che questa forma di aiuto gli viene offerta anche dai negozianti vicini che conoscono le sue condizioni di precarietà.
Una situazione veramente imbarazzante alla quale hanno assistito anche gli altri esercenti che sono rimasti letteralmente senza parole. Ora, il salumiere, in base a quello che deciderà l’agenzia delle entrate, dovrà pagare una multa che oscilla tra un minimo di 150 euro ad un massimo di 2500 euro.
«E’ vergognoso quello che succede. Ci costringono a non aiutare più gli indigenti» gridano i commercianti.
Il web si è prevedibilmente scatenato una volta appresa la notizia. Parlano tutti, dai politici ai blogger, c’è chi si indigna e chi ironizza. «Continuerò a fare beneficenza nonostante tutto, nonostante l’errore di non avere battuto lo scontrino», insiste Salvatore Picardi, negoziante di Marigliano, ex caporalmaggiore dell’Esercito, amico di Gigi che tutti in paese conoscono per il suo disagio, una persona che però si presenta ben curata, difficile, quindi, dall’apparenza, intuire le sue difficoltà.
L’opinione pubblica s’indigna, gli esercenti sono sempre più esasperati e di mezzo c’è “sempre la stessa gente ad incassare colpi”.
Parla così un tabaccaio di una nota rivendita del Centro Storico partenopeo che, in passato, si è visto elevare una contravvenzione di 200 euro per non aver battuto uno scontrino di 0,5 centesimi: il costo di una mentina.
“Mi è accaduto quando il costo dei pacchetti da 10 di molte marche di sigarette era di 2 euro e 15 centesimi. – racconta l’uomo – Spesso succedeva che per disfarsi dell’impiccio di vedersi consegnare la “fastidiosa moneta in rame”, i clienti allungavano la mano nella cesta nella quale erano riposte le mentire e ne afferravano una. Per ben due volte, due finanzieri in borghese mi hanno elevato due multe da 200 euro ciascuna.”
“Pensavo che il mio fosse un caso limite, ma quanto accaduto a Marigliano mi fa tristemente ricredere. Molto spesso accade che regali delle caramelle a bambini o piccoli mendicanti che entrano in rivendita per chiedere l’elemosina.
Ci costringono ad irrigidire il cuore, a non dispensare atti di altruismo.
Perché, invece, non vanno a rompere le uova nel paniere a chi è invischiato in illeciti ben più seri. Non ricordo neanche più quante volte ho contattato la guardia di finanza per segnalargli presidi di contrabbando nei pressi della mia tabaccheria, compresa la prima volta in cui entrarono per elevarmi la contravvenzione per una “frode fiscale da 0,5 centesimi” e sapete cosa mi hanno risposto quei due? Non rientra nelle nostre competenze occuparsene, spetta ad altri colleghi intervenire. La verità è che è molto più semplice infierire contro la brava gente, i lavoratori onesti che prendersela con i veri criminali.
Questa è l’Italia, questa è la condizione in cui siamo ridotti a vivere.”