16 maggio 2014, stadio San Siro, la “scala del Calcio“: durante Milan-Brescia, finita poi 4-2 per i rossoneri, termina la carriera uno dei più grandi calciatori italiani, quel Roberto Baggio che oggi compie 48 anni e che tanto ha fatto emozionare gli appassionati di calcio del Bel Paese, superando qualsivoglia barriera legata al tifo e legando i tifosi sia nel piacere delle sue immense giocate sia nei momenti più difficili della sua carriera, vedi rigore sbagliato a USA ’94.
Baggio occupa la 16° posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata da World Soccer; pur non essendo mai riuscito a vincere la classifica cannonieri in una stagione di serie A, è il sesto marcatore di ogni tempo nel massimo campionato italiano, dietro solo a grandi nomi come Piola, Totti, Nordahl, Meazza e Altafini. Nel 1993 ha ottenuto il prestigioso riconoscimento del Pallone d’Oro e nello stesso anno fu eletto FIFA World Player. Nel 2003 vince la prima edizione del Golden Foot e nel 2011 è introdotto, a pieno diritto, nella Hall of Fame del calcio italiano.
Dopo aver cominciato nella squadra del suo paese, il Caldogno, a 13 anni Baggio si trasferisce al Vicenza, all’epoca in C1, dove comincia a farsi notare. Grazie anche ad alcune defezioni, il suo debutto con la maglia biancorossa avviene il 5 giugno 1983, durante il match Vicenza-Piacenza; l’anno successivo, Baggio è confermato in pianta stabile in prima squadra e, nel suo primo anno, colleziona 29 presenze e 12 gol contribuendo alla promozione in serie B del Vicenza. In una delle ultime partite, però, si infortuna gravemente al ginocchio destro, primo serio infortunio di una carriera costellata di infortuni fisici. Tuttavia, il grave infortunio non gli nega l’ingaggio da parte della Fiorentina.
Dopo un periodo di grandi difficoltà personali legate al grave infortunio, Baggio esordisce in serie A il 21 settembre 1986 al Franchi contro la Sampdoria ma, la settimana successiva, subisce un nuovo grave infortunio al ginocchio destro che lo costringe ad una nuova operazione. Rientra alla fine del campionato, siglando il primo gol della sua carriera in A il 10 maggio 1987 contro il Napoli, pareggiando il vantaggio partenopeo e permettendo così alla sua squadra di salvarsi. Nella stagione successiva, di cui è la rivelazione, Baggio parte alla grande permettendo alla Fiorentina di espugnare San Siro rossonero e permettendo così alla Fiorentina di navigare nelle zone medio-alte della classifica per diversi anni, conquistando anche una finale di Coppa UEFA, persa poi contro la Juventus.
Juventus che sarà, poi, la sua successiva squadra: nel maggio del ’90 infatti, per la stratosferica cifra di 25 miliardi di lire, firma per la squadra bianconera con la quale però, inizialmente, il rapporto non è idilliaco visto il suo grande rapporto con Firenze e la squadra viola e la grande rivalità appunto tra viola e bianconeri. Nonostante ciò, il suo enorme talento basta a spazzare via le tensioni: sono 5 annate abbastanza soddisfacenti dal punto di vista dei trofei per il il ‘Divin Codino‘ (così chiamato per la capigliatura) in maglia bianconera, che vince uno scudetto, una coppa Italia e una coppa Uefa che, in questo periodo, continua con la lunga lista di infortuni che ne falciano la carriera: costola fratturata, tendinite, pubalgia, lesione del tendine del ginocchio destro e distorsione al ginocchio sinistro.
Nel 91-92, con Trapattoni in panchina, la Juventus arriva seconda in campionato dietro il Milan e raggiunge la finale di coppa Italia, poi persa contro il Parma; l’anno successivo è una grande annata per Baggio, il quale è decisivo per la vittoria della Coppa Uefa siglando una doppietta nella sfida d’andata della semifinale contro il Paris-Saint Germain e un’altra nella finale d’andata contro i tedeschi del Borussia Dortmund. Il ’94 è, come solito, pieno di problemi per il suo ginocchio destro: a marzo si opera al menisco e a novembre vi si infortuna nuovamente; torna in campo nel finale di stagione, consentendo alla Juventus, grazie ai suoi gol, di vincere il Double Scudetto-coppa nazionale. E’ l’ultima stagione di Baggio in bianconero (200 presenze e 115 reti) che, scalzato dal giovane Del Piero nelle gerarchie societarie, in estate raggiunge il Milan allenato da Fabio Capello che lo volle fortemente con sè.
Al primo anno in rossonero vince subito lo Scudetto, il secondo consecutivo a livello personale; l’anno successivo, Capello è sostituito da Tabarez che non riesce a tirare fuori il meglio da Baggio; Tabarez viene esonerato e Sacchi viene chiamato ad allenare il Milan. Nonostante un non grande rapporto tra i due a causa del Mondiale USA, le cose sembrano andare bene tra i due ma, nell’aprile del 1997, il rapporto diventa nuovamente tesissimo e ciò segna, in pratica, la fine dell’avventura rossonera per Baggio. In estate torna Capello che, però, non sembra puntare sul fantasista di Caldogno che, così, prima vicinissimo al Parma, decide di firmare per il Bologna pur di giocare con continuità in vista del Mondiale francese del ’98.
La stagione ’97-’98 è magica per Baggio che conclude con 30 presenze e ben 22 marcature, che gli valgono la convocazione per il Mondiale in terra francese. Nell’anno successivo nuove tensioni col mister Ulivieri gli fanno maturare la decisione di cambiare nuovamente casacca; così, nell’estate successiva, firma per l’Inter, con la quale non disputa grandi partite a parte poche sporadiche occasioni e così, dopo due stagioni in nerazzurro, si ritrova nuovamente svincolato e firma per il Brescia, di cui diventa capitano e indiscusso leader, con l’intento di andare ai Mondiali nippo-coreani del 2002. E’ una grande stagione la sua al Brescia, che culmina con la finale di Coppa Intertoto (poi persa col PSG) e con uno stupendo gol al “Delle Alpi” contro la Juventus, siglando così il gol dell’1-1 e permettendo alla Roma, che poi si laureerà campione d’Italia, di allungare in classifica.
L’anno successivo comincia bene tanto che, dopo appena 9 partite, è il capocannoniere con 8 reti ma, puntualmente, arriva un nuovo grave infortunio al ginocchio sinistro che lo costringe nuovamente a fermarsi. Miracolosamente, dopo soli 77 giorni è di nuovo in campo e contribuisce alla salvezza del Brescia ma, nonostante ciò, per motivi fisici, il ct Lippi lo esclude dalla spedizione azzurra.
Nelle due stagioni successive, liberatosi dal peso della Nazionale, fornisce grandi prestazioni con la maglia delle Rondinelle e, il 14 marzo 2004, sigla il duecentesimo gol in serie A; il suo ultimo gol in campionato arriva alla penultima giornata contro la Lazio e, una settimana dopo, firma la sua ultima presenza a San Siro contro il Milan.
Con la Nazionale, disputa i Mondiali del ’90, del ’94 e del ’98.
Nel ’90, in Italia, parte inizialmente in panchina ma, contro la Cecoslovacchia, sigla uno dei più bei gol della storia della competizione partendo da centrocampo, duettando con Giannini e dopo aver dribblato mezza squadra avversaria, arriva al gol. Nelle partite successive, schierato titolare, è determinante per le vittorie azzurre ma, in semifinale a Napoli contro l’Argentina di Diego Armando Maradona, è lasciato in panchina. Entra al 73′ e sigla il suo rigore nella lotteria finale, che non basterà però all’Italia per arrivare in finale. Nella finale per il terzo posto, firma uno dei due gol coi quali l’Italia riesce ad avere la meglio dell’Inghilterra.
Nell’edizione statunitense del ’94, inizialmente, non fornisce grandi prestazioni; è nella fase finale che viene fuori il suo genio. Contro la Nigeria, infatti, sotto di un gol e di un uomo, l’Italia trova il pareggio al 90′ con Baggio e, nei supplementari, trova il vantaggio con Baggio stesso che realizza il penalty del 2-1; ai quarti, contro la Spagna, segna la rete decisiva allo scadere; in semifinale, contro la Bulgaria, Baggio realizza un’altra doppietta, consentendo agli azzurri di arrivare in finale contro il Brasile. E’ questa, però una delle più grandi delusioni della carriera di Baggio che, mandato in campo in non perfette condizioni fisiche, non riesce ad essere decisivo come nelle altre partite e, nella lotteria finale dei rigori, manda sopra la traversa il rigore decisivo, consentendo così al Brasile di laurearsi Campione del Mondo per la quarta volta nella sua storia.
Nel ’98, in Francia, Baggio è in duello con Del Piero per un posto da titolare nell’11 azzurro; nella prima partita contro il Cile è titolare e, dopo una grande prestazione, permette a Vieri di siglare il primo gol azzurro e realizza egli stesso il rigore che permette all’Italia di pareggiare dopo la rimonta cilena; contro il Camerun regala l’assist a Di Biagio nel 3-0 azzurro e, contro l’Austria, realizza uno dei due gol italiani. Negli ottavi, contro la Norvegia, non viene impiegato e, ai quarti, contro la Francia, subentrato a gara in corsa, offre giocate spettacolari che gli consentono quasi il gol decisivo al golden-goal ai francesi. La partita finisce ai rigori: Baggio realizza il primo rigore ma l’Italia viene eliminata per gli errori di Albertini e di Di Biagio.
Non viene convocato per il Mondiale del 2002 per motivi fisici e, il 28 aprile 2004, gioca la sua ultima partita in Nazionale, grazie alla convocazione-tributo da parte del ct Trapattoni in occasione di un’amichevole contro la Spagna.
Termina la sua gloriosa carriera con 643 presenze di club e 291 gol, condite da 56 presenze e 27 gol con la Nazionale.