Napoli è la città del sole, ma in questa giornata ha “regalato” agli oltre 1000 partecipanti sprazzi di sole uniti ad una fastidiosa pioggerellina e soprattutto a un vento forte e freddo.
Questo lo scenario con cui si è aperta la Maratona e la mezza Maratona che hanno visto quali protagonisti i favolosi scenari di Arcofelice, Pozzuoli, il lungomare Caracciolo sino ad arrivare al centro e ritorno alla Rotonda Diaz. A dispetto delle condizioni climatiche avverse, la maratona ha saputo ugualmente rivelarsi un evento capace di suscitare interesse, voglia di scoprire, adrenalina e tensione del risultato.
Un’esperienza bella, proficua, intrigante. Per professionisti e cultori della disciplina. Una scoperta continua di scenari, gente, associazioni, atleti appassionati che uniscono il loro tenace sforzo in un’armonica onda di persone tra loro solidali, ma, al contempo, competitive (almeno per chi nutre velleità di vittoria!).
A tal proposito, è doveroso rivolgere un plauso ai Kenyoti, atleti nati per questa disciplina: osservati da vicino, sembra abbiano un motorino al posto delle gambe! Ciò detto è d’uopo complimentarsi con l’impeccabile organizzazione che non ha mai fatto mancare supporto, rifornimenti e informazioni utili sui tempi parziali.
L’unica nota stonata?
La scarsa partecipazione con cui il nostro popolo ha accolto l’evento.
C’è da dire che la scarsa pubblicità, ma anche le infausta condizioni meteo, non hanno agevolato la partecipazione, seppure, da un popolo caldo e caloroso come quello partenopeo, era consono aspettarsi maggiore incitamento, più emozione a supporto di uno sport che fa del sacrificio, della passione senza scopo di lucro, la sua essenza.
Dall’esterno, deve essere spettacolare godersi razze, età, fisici e preparazioni così differenti, ma soprattutto godersi un fiume entusiasta di persone che fatica per tanti chilometri con il principale obiettivo di tagliare l’agognato traguardo.
Davide Martino