La Torre Normanna, insieme all’adiacente Chiesa dell’Annunziata, rappresentano il più vistoso ed eloquente cartello stradale che preannuncia agli automobilisti diretti ad Acciaroli il sopraggiungere della destinazione.
La Torre, pertanto, tutt’oggi adempie al compito in nome del quale “appena qualche anno fa” è stata eretta.
La costa del Cilento, nel corso dei secoli, infatti, molte volte è stata attaccata e depredata da saccheggiatori che vi giungevano via mare, pertanto, a partire dal periodo normanno, fu edificato un complesso sistema difensivo che da Agropoli si articolava fino a Sapri. Vennero complessivamente erette 58 torri sulla costa, mentre in punti strategici dell’interno, a sorveglianza delle principali vie di comunicazione, si elevarono roccaforti comunicanti con esse. La Torre Normanna che tutt’oggi giace adagiata tra il porto e il lungomare, compare nelle carte antiche con la denominazione di bastione o anche torre di Cannicchio, in quanto ricadeva sotto giurisdizione di quel feudo. Già nel 1223 la Torre fu inserita dall’imperatore Federico II fra le torri di guardia del litorale e gli Spagnoli, in seguito, la utilizzarono nel loro sistema difensivo costiero, unitamente alla poco distante Torre del Caléo. Era da lì che gli acciarolesi sorvegliavano il mare per prevedere un’eventuale sbarco dei saraceni.
Negli anni ‘60 la torre è stata acquistata e successivamente ristrutturata dalla famiglia Schiavo che ne ha conservata premurosamente intatta sia la storia che l’architettura.
L’autore del raid vandalico rivolto proprio alla storica ed imponente torre, pochi giorni prima di San Valentino, probabilmente, poco o nulla conosceva circa la secolare storia di quel monumento che impropriamente erto a tela sulla quale imprimere la sua opinabile “opera d’arte.”
Con una bomboletta spray di colore nero, la torre Normanna di Acciaroli, è stata difatti imbrattata con una dichiarazione d’amore: «Manu, I love you».
Un messaggio semplice, eloquente ed efficace quanto basta per deturpare uno dei luoghi simbolo di Acciaroli.
Quel messaggio giace su quella stessa torre sulla quale fu adagiata la gigantografia di Angelo Vassallo, allorquando il 5 settembre del 2010, fu ucciso in un agguato. Come un “Angelo” rassicuratore, nei giorni in cui Acciaroli e gli acciarolesi ne piangevano la scomparsa, troneggiava sulla sua terra e sulla sua gente, imprimendo un senso di triste protezione, ben più denso di forza ed emotività rispetto a quello insito nella secolare torre stessa.
Un aspetto che senz’altro concorre a rendere ancor più ingiustificabile il gesto, spropositato e deturpanti agli occhi della popolazione locale e dei cultori della civiltà.
«La tecnologia avanza – ha dichiarato il sindaco, Stefano Pisani, a Set tv – ma i messaggi d’amore continuano a imbrattare i muri, danneggiando l’immagine di alcuni degli scorci più caratteristici del nostro centro storico. Scrivere sui muri è sintomo di inciviltà e maleducazione. I messaggi d’amore si possono scrivere in modi altrettanto importanti senza necessariamente rovinare il patrimonio di tutti».
Il sindaco ha anche lanciato un appello all’innamorato: «Se esce allo scoperto e chiede scusa alla comunità locale gli pago un corso per graffitaro. É bello trasformare un gesto di inciviltà in una forma di arte».
Un malcontento legittimo e giustificato che concorre a sottolineare uno sfrontato ed ineducato libero arbitrio che con crescente e frequente incidenza, dalle grandi metropoli alle sommesse province, si ritorce contro opere d’arte e reperti storici.