14 febbraio 2004: uno dei San Valentino più tristi della storia dello sport italiano, per effetto di una macabra e prematura scomparsa, quella del ciclista Marco Pantani.
Il corpo senza vita del pirata – soprannome che gli derivò dall’uso della bandana – fu rinvenuto, proprio 11 anni fa, nel giorno in cui si celebra la festa degli innamorati, a Rimini.
Pantani è stato un grande, puro ed eccelso scalatore, ha vinto la medaglia di bronzo ai Mondiali in linea del 1995, un Giro d’Italia e un Tour de France nello stesso anno: il 1998. Primato, quest’ultimo, annoverato solo nel palmarès di: Fausto Coppi, Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault, Stephen Roche e Miguel Indurain. La sua carriera, con 46 vittorie, e la sua vita sono state, però, segnate dall’uso di sostanze dopanti e stupefacenti e da uno stato depressivo. Un arresto cardiaco nel 2004 l’ha fermato per sempre. Una morte, triste e misteriosa, tant’è vero che l’estate scorsa la procura di Rimini ha riaperto il caso, archiviato come suicidio oppure overdose accidentale per la quale vennero condannati due spacciatori per omicidio colposo, ipotizzando invece il reato di omicidio volontario, come sostenuto dalla famiglia di Pantani.
Dal 2004, per ricordare a tutti gli appassionati delle due ruote il grande campione, il Giro d’Italia ha assegnato alla più significativa salita il titolo Montagna Pantani, riconoscimento concesso solo al mitico Fausto Coppi con la “Cima Coppi“, ovvero il passo più alto del percorso del Giro.
A 11 anni dalla morte la sua terra, quest’oggi, ha ricordato il pirata.
A Cesena, il Comune ha dedicato al ciclista un giardino nella zona dell’ippodromo vicino a vie intitolate ad altri grandi come Coppi e Banda.
Ed anche la sua Cesenatico gli ha reso omaggio.
Un gruppo di tifosi ha fatto un percorso in bicicletta, partendo dallo Spazio Pantani e con tappe al cimitero, nella vecchia casa di viale dei Mille, in piazza Marconi dove si trova la sua statua, nel chiosco della piadina che fu di mamma Tonina e nell’abitazione in via Fiorentina. Allo spazio Pantani, il museo multimediale dedicato al campione, il padre ha presentato la squadra giovanile della Pantani Corse assieme al sindaco Roberto Buda. L’ultima salita è il titolo di una canzone che i Nomadi hanno dedicato a Marco Pantani.