Tutto il mondo, oggi, celebra il giorno di San Valentino.
O, forse, non proprio “tutto e tutti”.
Quanto accaduto a Copenaghen conferma che, oggi, non per tutti è “la festa dell’amore”.
Già, dopo Parigi, anche Copenaghen finisce nel mirino del terrorismo di matrice islamica.
Dopo la strage del 7 gennaio scorso al giornale satirico Charlie Hebdo, quest’oggi è stato sferrato un nuovo attentato alla libertà di parola e questa volta colpisce i partecipanti di un convegno sull’Islam e la blasfemia, riuniti in un caffè della capitale danese, il Krudttøenden. Nel bel mezzo del dibattito, una raffica di colpi d’arma da fuoco ha investito il locale, noto in città per i suoi concerti jazz.
Più di trenta proiettili sono rimasti conficcati nella vetrina.
La polizia danese ha confermato che nell’agguato è morto un civile, mentre altri tre poliziotti, di cui uno in divisa e due in borghese sono rimasti feriti e portati via in barella.
Gli attentatori sarebbero due e si sarebbero dileguati a bordo di un’auto nera.
L’incontro era stato organizzato dall’artista svedese Lars Vilks, rimasto illeso, già nel mirino degli estremisti islamici per le caricature del profeta Maometto pubblicate nel 2005 e successivamente nel 2007 sul quotidiano danese Jyllands-Posten.
Lars Vilks, 68 anni, disegnatore e scultore, ha ricevuto numerose minacce di morte e vive sotto costante protezione da parte della polizia svedese dal 2010. Due anni fa una donna americana che si faceva chiamare Jihad Jane è stata condannato a 10 anni di carcere perché coinvolta in un complotto per ucciderlo. Nel 2010 due fratelli hanno cercato di bruciare la sua casa nel sud della Svezia e sono stati incarcerati per tentato incendio doloso.
Presente all’incontro anche l’ambasciatore di Francia, François Zimeray che, dopo l’attacco, ha scritto su Twitter: “Still alive in the room” (“Ancora vivo in sala”).
Il presidente francese François Hollande ha espresso la solidarietà della Francia al premier danese Helle Thorning Schmidt e ha annunciato l’imminente partenza per Copenaghen del ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve.