Il 2 Febbraio 2015 è stata la data di inizio di un lodevole progetto, realizzato dall’Associazione gruppo Mah Onlus, presso il circolo “Un filo d’olio” di via Giusso a Bagnoli.
Nello specifico, facciamo riferimento all’iniziativa denominata “Specialità”, grazie alla quale alcuni ragazzi diversamente abili servono ai tavoli e lavorano nelle cucine del circolo Un filo d’olio. Parole emblematiche rappresentanti di questa iniziativa sono: formazione e integrazione sociale.
Ogni lunedì, su prenotazione, l’Associazione si occuperà della preparazione di una cena a prezzo fisso, pari a venti euro (soldi devoluti a sostegno di questo valido progetto), servita da quattro dei quattordici giovani soci del gruppo Mah: due ragazzi diversamente abili e due normotipici che, a turno coadiuvati dagli chef , daranno inizio alla loro prima esperienza lavorativa.
Retribuzione, orario regolare, tutto a dispetto della loro disabilità intellettiva.
“L’associazione – spiega Brigida Buzio, membro del direttivo dell’Associazione Mah Onlus – nasce da un gruppo di genitori di bimbi speciali, iscritti tutti alla scuola Madonna Assunta di Bagnoli. La dicitura Mah sta per Madonna Assunta Handicap. Il gruppo è nato per darci sostegno a vicenda, per restare uniti e aiutarci l’un l’altro ad affrontare un comune disagio. Poi siamo diventati amici”.
I ragazzi coinvolti nel progetto, seguono anche un corso di formazione al fine di utilizzare al meglio le proprie competenze, e vengono impiegati con profitto in tutte le fasi della ristorazione.
Inoltre sono seguiti da tutor specializzati, nonché dai volontari stessi dell’Associazione; ma la peculiarità di questa iniziativa riguarda proprio l’integrazione dei ragazzi nel mondo del lavoro.
Questo presuppone al contempo, un grande lavoro di educazione, in primis sulla popolazione in generale, in modo che per tutti sia normale entrare presso un esercizio commerciale come un bar, trovando un barista affetto dalla sindrome di down, piuttosto che andare al ristorante ed essere servito da un ragazzo autistico.
L’Associazione vuole perseguire le finalità del suo statuto, fondate sul convincimento di una vera e propria politica di inclusione volta a determinare eguali possibilità lavorative.
Questo potrebbe essere solo l’inizio di una svolta sociale e culturale in tal senso, in fondo basterebbe che tanti altri, tra ristoratori e aziende, prendessero questo progetto come esempio; e forse un giorno non molto lontano, quello che per molti adesso è diverso, potrebbe finalmente diventare normale.