Un quarto degli italiani guadagna meno di diecimila euro l’anno, e meno del 3% supera i settantamila.
Questo è il quadro delineato dall’Istat, L’istituto nazionale di statistica, prendendo in considerazione i dati relativi al 2012, confermando inoltre le particolari difficoltà del Sud: il PIL pro capite del Mezzogiorno risulta circa la metà rispetto a quello del Centro-Nord.
L’Italia si riconferma divisa in due, con marcate differenze da regione a regione per quanto riguarda il Prodotto Interno Lordo.
Nel Mezzogiorno il Pil pro capite è pari a 17,2mila euro, un differenziale molto ampio rispetto al resto del Paese; in generale, come sottolinea l’Istat, per il 2011 si nota una riduzione in tutte le regioni italiane, eccetto Bolzano e Campania.
Infatti la provincia autonoma di Bolzano risulta essere tra le più ricche con 39,8mila euro per abitante, seguita da Valle D’Aosta e Lombardia, con Milano avente i più elevati livelli di valore aggiunto per abitante pari a 46,6mila euro.
In fondo alla classifica va collocata la Calabria, con un Pil sui 15,5mila euro, il Medio Campidano, Agrigento, Barletta-Andria-Trani e Vibo Valentia con un Pil inferiore ai 13mila euro.
Per quanto concerne le entrate annuali, i numeri elaborati dall’Istat sottolineano come, nel 2012 “oltre la metà dei redditi lordi individuali (54%)” sia tra 10.001 e 30.000euro, il 25,8% sia sotto i 10.001 e il 17,6% sia tra 30.001 e 70.000. Solo il 2,4% supera i 70.000 euro”. Oltre la metà dei redditi lordi individuali da lavoro autonomo, al netto dei contributi sociali è sotto i 15mila euro annui.
Nel dettaglio il 40,3% è sotto i 40 mila, mentre il 15,3% si colloca tra i 10 e i 15 mila euro annui.
Un ulteriore studio rivela inoltre che negli anni di crisi (2007-2012) la caduta del potere d’acquisto delle famiglie italiane è stata pari al 9%, ovvero 1.664 euro per ogni singolo cittadino, particolarmente sentita al Sud; a causa della mancanza di lavoro, e al contempo causa di un sistema di welfare che penalizza il Mezzogiorno.
Sulle famiglie del Mezzogiorno inoltre, il carico fiscale è più basso che nel resto del Paese: è pari, in media, al 16,3%, contro il 19,9% del Nord-est, il 20,1% del Centro e il 21% del Nord-ovest.
Per quanto riguarda la retribuzione, le donne percepiscono stipendi più bassi rispetto agli uomini, che, in media, guadagnano un quinto in più.
La retribuzione netta delle donne, nel 2012, è stata, in media, di circa 14mila euro mentre quella degli uomini di 18mila.
Nell’arco temporale 2007-2012 la caduta dei redditi ha colpito soprattutto i giovani.
Secondo L’Ocse, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, il reddito degli italiani è ancora più basso rispetto alle principali economie, probabilmente per la mancata ripresa dalla recessione.
Il gap dell’Italia rispetto ai primi diciassette paesi Ocse è passato dal 22,7% del 2007, al 30% del 2013.