WeWorld, organizzazione no profit che da oltre 15 anni garantisce i diritti dei bambini e delle donne più vulnerabili in Italia e nel Sud del Mondo, ha presentato il 4 febbraio il proprio intervento di prevenzione e contrasto al fenomeno della violenza contro le donne nel Comune di Napoli.
Il progetto rientra nella strategia nazionale di WeWorld che punta a prevenzione e sensibilizzazione come strumenti essenziali per far partire l’indispensabile cambiamento culturale di cui abbiamo bisogno per contrastare il fenomeno della violenza contro le donne, che in Italia ha numeri allarmanti.
Quasi il 90% delle donne non denuncia gli abusi subiti. Per paura di ritorsioni o di non essere credute. WeWorld crede che sia indispensabile far emerge il sommerso di questo fenomeno e offrire un aiuto concreto alle vittime di violenza. Per questo è presente all’interno dei Pronto Soccorsi di tre Ospedali Italiani – con sportelli aperti 24 ore su 24, sette giorni su sette – e da oggi anche nei quartieri più problematici.
Saranno aperti centri diurni destinati alle donne a rischio di violenza, dove saranno realizzate attività per fornire loro gli strumenti necessari per diventare più autonome e consapevoli ed essere così in grado di prendersi cura di se stesse e dei propri figli. A Napoli grazie alla collaborazione con la Cooperativa Sociale Obiettivo Uomo e l’Opera Don Calabria di Napoli saranno presenti nei quartieri San Lorenzo e Scampia.
- Scampia, Via della Resistenza 11/K, presso “Quinto Circolo Didattico E. Montale
- Quartiere San Lorenzo, presso Opera Don Calabria, Via Santa Maria Avvocata a Foria, 2
La violenza contro le donne ha una trasversalità territoriale, generazionale e di appartenenza sociale.
Tuttavia, alcuni tra i fattori che favoriscono la sopravvivenza della violenza domestica si concentrano in misura maggiore in contesti di forte disagio sociale. Per esempio: fattori culturali, concezione della famiglia come sfera privata assoggettata al controllo dell’uomo, ammissibilità della violenza come modalità di risoluzione dei conflitti, bassa istruzione; fattori economici, dipendenza economica delle donne dagli uomini, restrizioni di accesso all’occupazione. In contesti caratterizzati da bassa alfabetizzazione, povertà strutturale, alta disoccupazione, criminalità e struttura familiare fortemente improntata al patriarcato, la violenza sulle donne, in prima analisi quella economica e psicologica, è particolarmente diffusa, ma ben poco riconosciuta come tale.
Partire quindi dal disagio sociale ed economico legato alla povertà (quello più visibile e apertamente denunciato) permetterebbe di arrivare alla violenza molto più intima e sommersa.
L’empowerment inteso come “mettere in grado di”, “rafforzamento”, “potenziamento”, “responsabilizzazione” e “consapevolezza”, è il principio cardine dell’intervento che si intende sviluppare per il superamento e l’eliminazione degli squilibri sociali, economici e culturali ancorché basati sul sesso. Si intende realizzare interventi in favore di donne a rischio o che vivono varie forme di disagio, articolati e finalizzati a prevenire, curare e reinserire socialmente le stesse, nonché a sviluppare autonomia e crescita personale attraverso attività opportunamente individuate.
L’approccio metodologico è quello dello sviluppo delle capacit-azioni (Amartya Sen 2000), intese come: vivere una vita sana; accedere alla conoscenza, istruzione, formazione e informazione; prendersi cura di sé (tempo, cultura, sport e svago); prendersi cura degli altri; abitare e lavorare in luoghi sani e sicuri; lavorare e fare impresa; partecipare alla vita pubblica e convivere in una società paritaria; accedere alle risorse pubbliche (servizi); muoversi nel territorio.
Il progetto intende lavorare sulla dimensione del sommerso della violenza domestica in contesti di disagio sociale promuovendo delle azioni di empowerment delle donne volte a prevenire il fenomeno, farlo emergere e promuoverne la cura.
La dimensione socio-sanitaria sembra la più efficace per intervenire sull’empowerment di genere a partire dalle capacit-azioni della donna ridotte dalla violenza domestica e dalla disparità di genere che caratterizza i contesti di intervento (prendersi cura di sé e degli altri, abitare in luoghi sani e sicuri; accedere alle risorse pubbliche (servizi); muoversi nel territorio).
Il progetto di WeWorld “Favorire l’autodeterminazione, le relazioni e l’orientamento ai servizi” intende proporre uno strumento stabile e funzionale alla promozione delle donne nel tessuto economico/sociale dei quartieri di Scampia e San Lorenzo.
Esso vuole porsi come luogo accogliente di socializzazione e confronto, nel quale, attraverso una serie di attività trasversali, favorire la diminuzione delle forme di disagio intra familiare e nello specifico della violenza domestica.
Si pone come azione di comunità, attivando scambi relazionali tra le donne e i diversi attori sociali, sensibilizzando alle tematiche succitate, al fine di prevenire il fenomeno della violenza domestica. La valorizzazione e l’implementazione delle risorse territoriali contribuiranno a sviluppare strategie e reti locali attive, a sostegno della cittadinanza attiva, dell’occupabilità e dello sviluppo del processo di empowerment sia individuale che comunitario.
L’obiettivo che il progetto si propone è di ridurre la violenza domestica quale paradigma delle relazioni tra uomo e donna in contesti di disagio sociale (prevenzione ed emersione volta all’orientamento ai servizi di cura). Nello specifico, si vogliono aumentare le capacità relazionali, personali, psicosociali di 250 donne dei quartieri di Scampia (Municipalità VIII) e San Lorenzo (Municipalità IV) per divenire risorse attive per il territorio.
Il progetto si rivolge alle donne dei quartieri di Scampia e di San Lorenzo (destinatarie dirette), considerate soggetti isolati ed emarginati a fronte di una molteplicità di fattori che ne influenzano la crescita, lo sviluppo ed il benessere psico-fisico e affettivo. Parallelamente risultano beneficiari (indiretti) anche le famiglie (figli, partner, etc.) e gli attori che interagiscono a diversi livelli con il sistema familiare (operatori, servizi territoriali, etc.).
Il progetto prevede l’attivazione di due centri di aggregazione e socializzazione sui quartieri di Scampia e San Lorenzo, che trasversalmente avvieranno interventi di accompagnamento e conseguimento della licenza media, laboratori di avviamento alle professioni, percorsi di benessere e di sostegno alla genitorialità, incontri tematici di sensibilizzazione e rinforzo della rete interistituzionale con la creazione e divulgazione di una mappa dei servizi territoriali creata dalle donne fruitrici delle azioni proposte.
I beneficiari del progetto saranno donne, uomini e bambine/i dei territori individuati, con un approccio che tuteli la dimensione familiare sulla quale si incardina la struttura sociale nei territori di intervento. Nei contesti individuati, la donna si realizza in quanto moglie e mamma, per questi motivi qualsiasi attività che intenda promuovere i diritti delle donne, non può prescindere dalla dimensione familiare in cui questa si trova. Beneficiari saranno anche gli operatori sociali e le istituzioni locali (forze dell’ordine; servizi sociali), in un’ottica di messa in rete delle diverse realtà che intercettano i bisogni delle donne o la dimensione familiare.
Le reti antiviolenza cittadine, molto sviluppate e attive nelle 3 città di intervento al momento previste (Napoli, Palermo, Roma), rappresentano un punto di riferimento territoriale per la gestione degli eventuali casi emersi di violenza.
L’intervento verrà realizzato in partenariato con la Cooperativa Obiettivo Uomo che dal 1992 opera nei quartieri di Scampia, Secondigliano e Miano del comune di Napoli. La Cooperativa Obiettivo Uomo, condividendone la mission e la vision collaborerà con l’Istituto don Calabria già presente nel territorio della IV Municipalità, per la gestione della parte operativa che impatterà sul quartiere San Lorenzo.