Prima dei copiosi e canuti fiocchi di neve che hanno imbiancato Napoli e provincia, nel capoluogo partenopeo sono spuntati dei fiori piuttosto originali.
Emulando i cittadini di New York che per protestare contro le buche stradali, le hanno riempite con pasta e polpette e ci hanno mangiato dentro, i napoletani hanno ben pensato di tramutare in fioriere le profonde voragini che in svariati e frammisti punti della città, bucano il manto stradale. Così, armati di terriccio e piantine, i fautori della suddetta iniziativa, sono andati “a caccia di buche” per dare forma e colore alla loro protesta, civile ed estremamente sagace.
Un modo singolare, ma estremamente efficace per mantenere viva ed alta l’attenzione su una vicenda emblematica che personifica un problema reale ed insormontabile, ampiamente diffuso nella città di Napoli e che, in virtù delle condizioni meteo che da circa due settimane imperversano sulla città, sta assumendo proporzioni spropositate.
La trasformazione delle buche in fioriere è stata curata dai Verdi, capeggiati da Francesco Borrelli, accompagnato da Ciro Monaco e da Roberto Fogliame, imprenditore, che si è accollato l’onere di comprare piante e terreno per la protesta. La speranza è che la città raccolga la sfida e che nei prossimi giorni ogni strada diventi un giardino di fiori di rabbia, rossi come lo scorno di una intera città che non riesce ad evitare che l’asfalto si sbricioli.
Buche che assumono gli infausti tratti delle voragini si annoverano in disparate zone della città, rappresentando un serio e tangibile pericolo per automobilisti e pedoni. In tal senso, la profonda voragine su via Adriano a Soccavo rappresenta l’emblema della pericolosità insita nella suddetta problematica: per segnalare il pericolo, qualcuno ha provato a infilare all’interno della buca una tapparella di legno, ma il buco è talmente profondo che la tapparella stessa è stata ingoiata quasi interamente dalla buca che rischia di diventare un’infima trappola mortale.