“I dati mostrano l’immenso ruolo sociale che viene svolto dalle mamme in tempo di crisi, con la famiglia che diventa un soggetto di welfare e che opera come fornitore di servizi e tutele per i membri che ne hanno bisogno.”
Questo è quanto dichiarato da Coldiretti per asserire che gli italiani sono “mammoni“, cioè estremamente attaccati alla famiglia e dipendenti da quest’ultima.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Istat, in Italia aumentano sempre più i giovani intorno ai 35 anni che vivono con almeno un genitore; secondo lo stesso rapporto sarebbero circa 6 milioni e 964 mila i giovani, tra i 18 e i 34 anni, ancora non sposati e residenti presso la casa dei genitori.
Questa situazione, però, non facilita lo sviluppo del senso di autonomia che dovrebbe caratterizzare una persona in età ormai adulta. Gli italiani della generazione di “mammoni” credono di esser rimasti ai bei tempi dell’infanzia, in cui, appena le cose non andavano per il verso giusto, c’era la mamma che provvedeva a sistemarle o quantomeno ad arginare i malumori.
Lotta tra i sessi? In questo caso a vincere sarebbero sicuramente gli uomini.
Dati certi dimostrano che i più “mammoni” sono gli uomini, circa un milione in più rispetto alle donne. Probabilmente è in corso una vera e propria “crisi del maschio italiano”, ciò lo conferma anche Richard Owen, corrispondente da Roma per il Times di Londra, affermando che per gli italiani si stanno affievolendo i modelli di riferimento come gli “old-style casanova” e i “self-made businessman”. Secondo Owen, infatti, gli uomini si sentono intimoriti dalle donne, sottopagati e sovraccarichi di lavoro.
Come cuccioli infreddoliti e un po’ spaventati, molti maschi italiani tornano allora nella propria “tana” per farsi stirare le camicie e ad aspettare che la mamma prepari il loro piatto preferito.
Sondaggisti, giornalisti e alcuni genitori, allora, si chiedono realmente che fine abbia fatto la figura, l’icona, il modello del vero maschio italiano.