Matteo Salvini è un fiume in piena di esuberanza e stravaganza, ideologica e verbale. E questo non lo scopriamo di certo oggi.
Quello che di recente, tuttavia, emerge è la comprovata capacità del massimo esponente della Lega Nord di non smettere mai di stupire e di riuscire sempre a trovare il mondo per far parlare di sé.
Stavolta, ad attirare l’attenzione pubblica e mediatica è lo spot elettorale della Lega per il movimento pro-sud “Noi con Salvini” diramato online e accompagnato dal meridionalissimo brano di Nino D’Angelo “Jamme Ja”.
Il caschetto d’oro non ha affatto gradito l’uso improprio del brano cantato in collaborazione con Maria Nazionale e presentato a Sanremo 2010. «Non li ho autorizzati a usare la mia musica» ha dichiarato Nino D’Angelo e attraverso la sua pagina facebook ha diramato il seguente messaggio: “QUESTO BRANO NON POTREBBE MAI ESSERE L’INNO DI CHI HA FATTO SEMPRE DELL’ ANTIMERIDIONALISMO IL SUO PUNTO DI FORZA….MAIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII….W IL SUDDDDDDDDDDDDDDDDDDD”.
È chiaro che il leader della Lega Nord rischia di ritrovarsi imbrigliato in una legittima azione legale, in virtù del fatto che Nino D’Angelo ha severamente condannato l’arbitrario utilizzo del suo celebre brano. E, pertanto, senz’altro si vedrà costretto a fare un passo indietro, ritirando lo spot per “ripulirlo” dal brano impropriamente utilizzato.
Un brano che rappresenta un autentico inno al meridionalismo, saldamente ancorato su profumi, sentimenti, suoni, pensieri ed emozioni nettamente in distonia ed altamente contrastanti con quelli decantati e rilanciati dalla Lega.
Uno spot pubblicitario che rischia seriamente di ritorcersi contro “l’esercito di Salvini” assumendo le infauste parvenze della “zappa sui piedi”, della becera caduta di stile e dell’infelice passo falso, in virtù del fatto che i meridionali sono tutt’altro che stupidi e il tentativo di forgiare a immagine e somiglianza del “va pensiero” un brano che “andrebbe lavato col fuoco” risulta un intento palesemente ipocrita, millantatore e finanche oltraggioso ni confronti dell’onestà intellettuale di ciascun “terrone” e in chiara distonia con gli effettivi intenti che il leader leghista si ripropone realmente di perseguire.
Un’intenzione che altresì dimostra la pochezza del repertorio padano e che ne palesa l’effettiva inferiorità artistica. Ricorrere a un brano “dannatamente meridionalista” per mietere consensi, in effetti, rappresenta una triste, ma oggettivamente comprovata lacuna in materia musicale. E non solo.
Probabilmente, proprio sull’assenza di “cantori a sostegno della causa” la Lega dovrebbe interrogarsi in merito all’effettiva probabilità di riuscire a perseguire l’intento auspicato.
Proprio perché l’assenza di una voce e/o di un “coro intonato” di voci, di per sé, rappresenta un primo e significativo segnale di sconfitta.
L’amato Pino Daniele aveva proprio ragione: “Questa Lega è una vergogna”…