Sono stati ritrovati dal padre del piccolo Loris nuovi elementi, probabilmente da supporto al conseguimento delle indagini: una cintura (la preferita del piccolo come sostiene Davide Stival, il padre) e un paio di forbici da elettricista.
Questi due “indizi” sono stati rinvenuti nell’abitazione e consegnati agli investigatori dallo stesso marito di Veronica Panarello, la donna in carcere accusata di essere colpevole dell’omicidio del figlio di otto anni, Andrea Loris Stival, che perse la vita lo scorso 29 Novembre a Santa Croce Camerina, nel Ragusano.
I nuovi particolari emersi sul caso Loris, potrebbero fungere da prove cruciali per portare alla tanto attesa soluzione della tragica vicenda.
Ma come è possibile che queste “probabili prove”, nonostante i numerosi sopralluoghi nell’appartamento al terzo piano della palazzina, ad opera anche dei famosi esperti giunti da Roma a sostegno della scientifica, non siano state sequestrate prima, ma vengono fuori adesso, a distanza di due mesi?
Daniele Scrofani, legale del signor Davide Stival, ha confermato la rilevanza di questo ritrovamento, notando come la cintura in questione fosse riposta normalmente a casa, nonostante fosse quella che il piccolo Loris indossava di consueto, mentre le forbici erano sul tavolo della cucina, invece di essere riposte tra gli attrezzi.
A questo punto, la magistratura ha già sottoposto un accertamento tecnico irripetibile che è stato effettuato il 29 Gennaio a Palermo.
Emerge poi il nuovo mistero della Lancia Delta Grigia, che un testimone dichiara di aver visto imboccare quella mattina del 29 Novembre 2014, in direzione della strada del vecchio Mulino a forte velocità.
Ad aggravare ulteriormente la posizione della donna, la quale si professa innocente, oltre ai famosi filmati girati dalle telecamere di Santa Croce Camerina in cui si vede un auto (che il marito Davide Stival identifica come quella della moglie) e la sagoma di un bambino (riconosciuta dallo stesso probabilmente come quella del figlio) sono anche le nuove testimonianze dei vicini di casa che emergono nell’ordinanza del Riesame. Urla quotidiane nei confronti dei figli e del marito, parole pesanti dicono, dalla mamma contro Loris.
Insomma, una duplice personalità descritta, ricordando anche le testimonianze di altri vicini, risalenti al mese scorso, in cui si parlava di una mamma amorevole e prodiga di attenzioni.
Ma ora che Veronica Panarello è stata definita anche dal Riesame una lucida assassina, la prospettiva è ancora una volta mutata.
Tutti i tasselli apparentemente completano il puzzle di questa tragedia, portando alla madre come unica responsabile dell’accaduto.
Veronica Panarello è in carcere. Distrutta, ridotta a pesare trentotto chili, senza l’appoggio del marito, senza poter vedere neanche l’altro figlio.
Secondo il Procuratore di Ragusa, Petralia, il movente di questo omicidio sarebbe futile. Il bambino avrebbe fatto saltare i piani della giornata alla madre e quest’ultima, in preda al furore, lo avrebbe ucciso così crudelmente, simulando poi un assassinio a sfondo sessuale.
Non sappiamo ancora con assoluta certezza, se l’artefice di questa tragedia è davvero Veronica Panarello. Una madre, una giovane madre che toglie così brutalmente la vita al proprio figlio, agendo in completa lucidità, ma una cosa è certa: la sua posizione diventa sempre più difficile, non a caso l’avvocato difensore Villardita non ha ancora stabilito se ricorrere o meno in Cassazione.