Massimo Bossetti, 44enne carpentiere arrestato lo scorso giugno per l’omicidio della giovanissima Yara Gambirasio, continua a proclamare la sua innocenza nonostante la prova del DNA lo inchiodi.
E’ proprio dal carcere che l’uomo ha scritto un appello, in forma di lettera, che poi il suo legale Claudio Salvagni ha mostrato nella nota trasmissione televisiva “La Vita in Diretta”: “Per il 2015 chiedo a Dio di ridarmi la mia libertà, perché Lui ha visto e sa come sono andate realmente le cose, sa che io non c’entro. Ti prego, Dio, aiuta gli inquirenti a capire. La promessa che ho fatto a mia moglie prima di sposarla è quella di restarle accanto tutta la vita e non quella di farla finita in questa maledetta prigione!”
Il muratore ha indirizzato una missiva anche alla redazione di Matrix, in onda mercoledì alle 23.30 su Canale 5, dove dichiara di volere un processo equo invece di venire giudicato in televisione.
“Io dal carcere vi vedo in televisione, ma non posso dire e fare nulla. Non posso difendermi facendo arrivare a voi la mia voce. La mia famiglia è stata colpita, sconvolta. I miei figli sono stati privati del loro padre, anche se il loro papà non è ancora rinviato a giudizio. Sono da otto mesi qui dentro senza nemmeno ancora poter conoscere tutti i documenti raccolti contro di me. Subisco la forza dell’accusa che mi vuole a tutti i costi colpevole. Siccome il mio processo lo sto vedendo in televisione e non in tribunale, vi chiedo di dare risalto a questa mia richiesta di scarcerazione e difendere il mio diritto ad avere un processo equo e poter stare a casa ai domiciliari come qualsiasi altro cittadino di cui non è stata provata ancora la colpevolezza”
Bossetti aggiunge poi: “Sostenete questo mio diritto perché l’incubo che sto vivendo potrebbe viverlo chiunque di voi, grazie”