È successo ancora: nuovo scenario, nuova atrocità, nuova vittima.
Il 3 febbraio l’Isis, attraverso un suo canale web, pubblica un video dove mostra l’esecuzione del suo ostaggio, il 26enne pilota giordano Maaz Al Kassasbeh, nelle mani del Califfato dal 24 dicembre.
Le immagini mostrano, senza alcun ritegno, come l’ostaggio sia stato rinchiuso in una gabbia, cosparso di liquido infiammabile e raggiunto da una lingua di fuoco che in pochi secondi lo ha divorato.
Attente analisi prendono in considerazione l’ipotesi che il filmato risalga agli inizi di gennaio e, di conseguenza, le trattative per la liberazione portate avanti in questi giorni dai militanti dell’Isis con il governo giordano, sarebbero state una grande messa in scena mediatica utilizzata per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica e di tutto l’Occidente.
La risposta del governo giordano non si è fatta attendere: l’episodio è stato infatti rivendicato, giustiziando la terrorista affiliata all’Isis Al-Rishawi, non appena è stata appresa la notizia di questa nuova ripugnanza.
Stefania Croce