Secondo il Rapporto 2014 sulla povertà stipulato dalla Caritas in base ai dati raccolti in 814 Centri di Ascolto (CdA) sui 2832 in Italia, le file di persone che si rivolgono ai Centri di accoglienza e alle diocesi sono aumentate notevolmente e non tutte possono essere prese a carico.
Al sud c’è la maggior richiesta (circa il 60%) soprattutto da parte di donne (54,4%) e disoccupati (61,3%), spesso con figli (72,1%). Ma la crisi ha avuto un brutto impatto su separati e divorziati (15,4%) infatti molti di questi richiedono anche posti letto.
I problemi più comuni sono quelli economici (59,2%) e lavorativi (47,3%), difatti la Caritas si mobilita maggiormente sulla distribuzione di beni e servizi materiali di prima necessità (34%) poiché la domanda è in continua crescita.
I “nuovi poveri” sono anche i pensionati, quelli che percepiscono la pensione minima, che non riuscendo ad arrivare a fine mese, si rivolgono non solo ai Centri d’accoglienza, ma soprattutto ai banchi alimentari.
La Caritas ha istituito un “Prestito della Speranza” garantito e costituito dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) con lo scopo di aiutare chi ha avuto a che fare con gli effetti immediati della crisi. Ad oggi sono stati erogati 22 milioni di euro a 3583 famiglie.
È sconvolgente come in Italia circa 4,8 milioni di persone vivano in condizioni di estrema povertà, con il rischio che il numero di queste possa aumentare.
Giulia Caramiello