L’incipit dell’ascesa dei fratelli Abbinante, nel contesto camorristico napoletano, è legata ad elementi di vertice del clan Di Lauro.
Tra le celle del carcere di Poggioreale e nelle camere di sicurezza del Palazzo di Giustizia, gli Abbinante parlavano tra di loro e decidevano il da farsi, per questo motivo, dopo le dichiarazioni del pentito Maurizio Prestieri, si è deciso di passare i detenuti al regime del 41bis.
Il giovane Francesco, figlio di Raffaele, condannato a 14 anni per traffico internazionale di stupefacenti, era considerato un elemento di spicco del Clan Di Lauro nei primi anni del 2000 prima di schierarsi con gli Scissionisti. Si nascondeva in un appartamento di un parco residenziale in via Fava, a Marano, con la moglie e i tre figli. I carabinieri, che controllavano i movimenti dei familiari, avevano notato l’arrivo di 5 cartoni di pizza per una famiglia composta da 4 elementi. La mattina dopo una ventina di militari circondarono l’abitazione e fecero irruzione iniziando la perquisizione all’interno dell’abitazione. Insospettiti dal notevole peso del divano, i militari lo ispezionarono nei minimi dettagli: ed è lì che trovarono Francesco Abbinante.
Guido Abbinante, invece, era ricoverato con la falsa identità di Costantino Castaldo in una clinica di Maddaloni per accertare alcuni problemi cardiaci, secondo la Direzione distrettuale antimafia, è il mandante degli innumerevoli omicidi che hanno insanguinato la città durante la faida con il clan rivale Di Lauro. Il ricercato era sfuggito ad un blitz, a Marano.
Il pregiudicato Antonio Abbinante, 56 anni, ritenuto un elemento di spicco del cartello degli «scissionisti» di Scampia è stato arrestato ieri dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli sulla base di un provvedimento della Dda per gravi indizi di associazione per delinquere di stampo mafioso. Affiliato ai Di Lauro fino al 2004, Abbinante, era poi confluito tra gli «scissionisti». La polizia lo ha rintracciato a Scampia, in via Labriola, poco distante dalla sua abitazione.
L’ uomo non ha opposto resistenza. Antonio Abbinante era stato scarcerato a gennaio. Fratello di Raffaele e Guido, era stato il referente più diretto del boss Paolo Di Lauro, capo dell’omonimo clan di Secondigliano e Scampia, con il compito di impartire le direttive agli uomini del clan a Secondigliano e Melito. Il 12 dicembre 2002 era stato arrestato insieme ad altre 39 persone con le accuse di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata allo spaccio di droga ed estorsioni. Gli Abbinante costituiscono una delle famiglie del cartello degli «scissionisti», dal clan Di Lauro, che hanno dato vita una lunga faida, in due fasi, tra i quartieri di Scampia, Secondigliano e l’area a Nord di Napoli.