Il Bello o il Vero. La scultura napoletana del secondo Ottocento e del primo Novecento è un viaggio unico nel suo genere: arte, alta tecnologia e territorio comunicano tra loro e mostrano al grande pubblico una rassegna di opere del tempo mai vista in nessuna città d’Italia e in maniera del tutto innovativa.
Mai prima d’ora, fatta eccezione per Parigi, una mostra ha presentato una panoramica tanto completa sulla scultura locale del secondo Ottocento e del primo Novecento. Mai prima d’ora una mostra ha messo in relazione museo e territorio, esponendo opere “vere” e, tramite ricostruzioni digitali in 3D, opere inamovibili collocate in spazi urbani E ancora, mai prima d’ora una mostra ha permesso alle opere di interagire col pubblico.
La storiografia moderna ha per lungo tempo voltato le spalle all’arte del XIX secolo, accorgendosi solo negli utili decenni dell’idea del “bello” e dell’idea del “vero” presente nelle opere realizzate in quegli anni. I numerosi studi di seguito avviati in tutta Italia sono proceduti, però, con lentezza nel napoletano per mancanza di fondi, lasciando una pesante lacuna.
Da questo gap culturale è partita una delle linee di ricerca su cui Databenc, Distretto ad Alta Tecnologia per i Beni Culturali, sta operando sin dalla sua costituzione, nell’ambito dei progetti CHIS (Cultural Heritage Information System), SNECS (Social Network delle Entità dei Centri Storici), OPS (Opera parlanti Show) e Muse@Home.
Databenc presenta ne Il Bello o il Vero parte delle sue attività di ricerca, basate sulla novità delle installazioni tecnologiche e caratterizzate dalla proposta di originali modelli esperienziali, che permettano una conoscenza dell’opera da parte del pubblico sempre più stimolante e non passiva, trasformando l’approccio scientifico in esperienza cognitiva emozionante, accompagnando il visitatore in un viaggio tra reale e digitale.
A fare da cornice alla Mostra, il Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore, a Napoli: un suggestivo spazio espositivo che mette assieme 35 artisti in tutta la loro complessa personalità, raccoglie circa 250 opere provenienti da musei, gallerie e collezioni private di tutta Italia, espone opere inamovibili con ricostruzioni 3D e navigazioni virtuali.
Sguardi, espressioni, gesti che escono dalla materia, e dalla non materia, e raccontano storie di personaggi noti e ignoti, volti del popolo, mestieri, scene di vita, scorci di Napoli in dodici itinerari in cui il visitatore è guidato alla conoscenza delle varie correnti, dei diversi artisti, dei particolari momenti che hanno caratterizzato quegli anni.
Una rassegna completa, dunque, che perfettamente si inserisce nel contesto del Forum Universale delle Culture per la sua capacità di promuovere la conoscenza del territorio e del popolo napoletano in un arco temporale che lo ha visto particolarmente fecondo in creatività e genio.