Napoli. Ancora una brutta notizia per l’arte teatrale partenopea.
Come affermato in una nota delle segreterie di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, dal Sindacato giornalisti della Campania e ripresa dai maggiori quotidiani“La Regione Campania con la deliberazione 774 nell’ultima riunione di giunta di dicembre, il presidente Stefano Caldoro e l’assessore alla Promozione culturale Caterina Miraglia si disfano silenziosamente del Teatro Trianon, inserendolo nell’elenco delle partecipazioni considerate ‘non detenibili’, a pochi mesi dalle elezioni regionali”.
«La Regione abbandona il Trianon e i suoi nove lavoratori nel buio più totale, sancendo il totale disimpegno pubblico dalla struttura di Forcella in cui ha una partecipazione con una quota del 71,75%, visto che la quota rimanente di azioni (28,25%) era già stata messa in vendita dall’altro socio, la Provincia di Napoli».
Inaugurato l’8 novembre 1911 in piazza Vincenzo Calenda il Teatro del popolo Trianon Viviani prende il nome dal villaggio francese Trianon dove il re Luigi XIV amava rifugiarsi lontano dall’etichetta e dalle fatiche del potere.
Costruito con il sistema tettonico in cemento armato, uno dei primi esempi in Italia, questa struttura viene destinata alla fruizione della buona borghesia. Non a caso viene inaugurata dal fortunato Miseria e nobiltà, con Vincenzo Scarpetta per la prima volta nei panni del protagonista Felice Sciosciammocca, dopo l’abbandono delle scene del padre Eduardo.
Nella ricca storia centenaria del Trianon, aperta alla programmazione più ampia, dall’opera all’operetta, dal dramma al varietà,nasce negli anni Trenta la Sceneggiata , con la compagnia residente di Salvatore Cafiero e di Eugenio Fumo,e negli anni Settanta vede il debutto del giovane Mario Merola.
Nel 1940, Gustavo Cuccurullo acquista il Trianon e nel 1947 lo trasforma in sala cinematografica: il cinema «Splendore».Cinquanta anni dopo, un pronipote, omonimo del precedente, riporta la sala, divenuta un cinema a luci rosse, all’antica funzione. Il nuovo Trianon «teatro della canzone napoletana», è inaugurato il 7 dicembre 2002 con Eden teatro di Raffaele Viviani, con la regia di Roberto De Simone.Sul piano artistico, dopo De Simone, il teatro si avvale della consulenza artistica di Peppe Vessicchio.
Nell’aprile del 2006 la Regione Campania rileva il pacchetto di maggioranza della proprietà del teatro e inizia così la nuova storia del Trianon come struttura pubblica la cui direzione artistica è affidata a Nino D’Angelo, che rimane in carica fino al 2010.Nel 2012 a seguito dei primi gravi problemi finanziari la direzione artistica viene affidata a Giorgio Verdelli.
Oggi invece è stata scritta un’altra pagina nera, per il Trianon e per la sua gloriosa storia e probabilmente ha avuto inizio la sua ingloriosa fine.
Dalla Regione, però,si getta acqua sul fuoco e si parla di «atto dovuto».
Una delibera tecnica che risponde a una precisa richiesta dalla Corte dei Conti sulle Partecipate che devono essere rivisitate, ripensate o dismesse.
E si replica: «Per il teatro Trianon si prevede o la trasformazione in fondazione o la cessione di quote. La cessione di quote sarà effettuata solo se non si dovesse completare e perfezionare l’iter della Fondazione. L’operazione è in linea con i modelli funzionanti a livello nazionale, un’ operazione dunque più uniforme ai diversi modelli per le attività culturali. Le scelte degli ultimi anni hanno infatti mostrato diverse criticità».