Ieri sera, l’ospedale degli Incurabili di Napoli ha vissuto una serata inusuale, ospitando lo spettacolo teatrale “Cronache di una città dolente” di Mario Staiano con Marco Multari e Martina Mignano, evento organizzato dall’Associazione Culturale Kaire Arte Capri.
Prima dello spettacolo il professor Gennaro Rispoli, direttore generale dell’ospedale Ascalesi, nonché fondatore e direttore del Museo delle Arti Sanitarie, accompagnato dall’Associazione Culturale Il Faro di Ippocrate, ha tenuto una visita guidata nel Museo delle Arti Sanitarie e nella Farmacia Storica degli Incurabili, ripercorrendo i luoghi originari e suggestivi di quell’epoca con fotografie, scritti e libri alcuni anche inediti.
Lo spettacolo trae ispirazione dalle lettere scritte dal giovane medico e appassionato di scrittura, Axel Munthe, giunto a Napoli per combattere l’epidemia di colera che colpì la città nel 1884. All’epoca la scarsa igiene e la non curanza andavano a braccetto, favorendo la prolificazione di virus devastanti, vere e proprie pandemie accompagnate dalla costante indifferenza del popolo e, in questo caso, verso il giovane Munthe. Grazie all’appoggio di Annarella e del camorrista Don Salvatore Trapanese, al quale salvò la figlia, il giovane medico riuscì a guadagnarsi il rispetto del popolo e poté così portare a termine il suo operato (tra l’altro del tutto volontario). Con attenta analisi, Munthe constatò che le statistiche ufficiali erano sbagliate perché “non riportavano neanche la metà del numero di casi” e contribuì anche alla creazione della “Legge per il risanamento di Napoli” che consisteva nello “sventrare” i quartieri malati e ricostruirli da capo, uno di questi è stato il Corso Umberto I, il cosiddetto Rettifilo.
Dopo questa esperienza, Axel Munthe realizza un reportage formato da 13 articoli, precedentemente inviati allo Stockholms Dagbland, diventando poi un volume da nome “Letters from mourning city”, in italiano “La città dolente” (1910).
Grazie a questo spettacolo il ricavato della vendita dei biglietti è stato destinato al restauro della Farmacia Storica, ma è soprattutto un escamotage utile a rendere omaggio alla figura di Axel Munthe, uno dei pochi uomini ad aver abbattuto le barriere dell’indifferenza e dell’ignoranza padrone di una Napoli devastata, o meglio, “dolente”.
Giulia Caramiello