Sorella del grande Eduardo, Titina De Filippo, è una delle attrici napoletane più note e prolifere del nostro bel paese. Intensa, simpatica nella sua recitazione irriverente, Annunziata, questo il suo vero nome, nacque a Napoli, precisamente nel quartiere Chiaia, nel 1898. Annoverata tra le più grandi attrici del teatro napoletano del Novecento, figlia illegittima di Eduardo Scarpetta, padre del teatro napoletano moderno, calcò il palcoscenico fin da bambina.
Titina si distinse in piccoli ruoli, tra cui quello di Peppeniello in Miseria e nobiltà. Interpretò all’inizio solo ruoli maschili, lavorando nella compagnia del padre. Sorella di Eduardo e Peppino De Filippo, Titina lavorò prima che con loro, per varie compagnie, misurandosi in diversi repertori. Nella fase adolescenziale non le fu assegnato alcun ruolo. Era troppo grande per interpretare un bambino e molto acerba per essere una donna in palcoscenico. Studiò allora da osservatrice, i comportamenti delle altre colleghe, carpendone i segreti. Nel 1912, insieme ai fratelli fu scritturata nella compagnia di Vincenzo Scarpetta, ma poi la lasciò, e si innamorò del collega Francesco Carloni, che sposò nel 1922. Da questa relazione nacque anche un figlio, Augusto, che lavorò come aiuto regista e sceneggiatore. Diventato giornalista parlamentare, pubblicò una biografia della madre nel 1984. Morì nel 1997. Ad ogni modo, la gravidanza e la nascita di Augusto, tennero Titina per un po’ lontano dalle scene.
Nonostante la scarsa avvenenza fisica, Titina si produsse nella rivista accanto a soubrette prorompenti. Fu interprete di sceneggiate, portando poi avanti un repertorio da rivista. La svolta della sua carriera arrivò a 31 anni, quando iniziò a recitare al Teatro Nuovo di Napoli insieme a Totò, fondando poi successivamente e insieme ai fratelli, il Teatro Umoristico “I De Filippo”, che debuttò a Natale proprio con “Natale in casa Cupiello”, commedia in tre atti scritta da Eduardo. Proseguirono le interpretazioni a catena dei tre De Filippo con “Gli esami non finiscono mai”, “Il sindaco del Rione Sanità” e “Filumena Marturano”. Da allora Titina fu parte di un trio teatrale che ha fatto la storia del teatro mondiale.
Il debutto cinematografico arrivò nel 1937, sempre al fianco dei fratelli, con la pellicola Sono stato io! di Raffaello Matarazzo: negli stessi anni, abbandonata la compagnia dei fratelli, Titina tornò alla rivista all’età di quaranta anni.
Le insofferenze e liti tra i tre fratelli De Filippo si accentuarono. Entrarono in concorrenza. Avevano caratteri burberi. Fu nel 1945 che Eduardo fondò da solo la Compagnia di Eduardo, guadagnando veri e propri trionfi. Scioltasi la compagnia Teatro Umoristico I De Filippo, Titina nel 1951 si ritira dalle scene per dedicarsi a pittura e cinema. Diventa una caratterista singolare. Se la cava anche come sceneggiatrice e dialoghista, vincendo anche un Nastro d’Argento per la migliore sceneggiatura di Due soldi di speranza, diretto da Renato Castellani.
Titina conquistò e conservò il successo per la sua bravura. Lavorò con Alida Valli, Anna Magnani, Alberto Sordi, Marcello Mastroianni, Sylva Koscina e Ugo Tognazzi. Da tempo sofferente di una malattia al cuore, si ritirò definitivamente dalle scene cinematografiche e non solo, nel 1959. Rifiutò infatti l’invito di Vittorio De Sica per partecipare al film del 1961 Il giudizio universale.
Morì a Roma, a sessantacinque anni, nel 1963. De Sica, le fece una dedica di merito nei titoli di testa del film Matrimonio all’italiana. Titina l’irriverente, diventata celebre per la stupenda interpretazione teatrale di Filumena Marturano, è stata una voce attiva di Napoli e della sua arte, che brulica ancora nel ricordo di molti cittadini partenopei.