A trent’anni dalla prima uscita, grazie alla collaborazione tra Mediaset, Roberto Benigni, Film&Video e Lucky Red, dal 2 al 4 marzo, torna nelle sale in una versione restaurata e rimasterizzata,” Non ci resta che piangere” il film cult scritto, diretto e interpretato in coppia da Roberto Benigni e Massimo Troisi nel 1984, quando entrambi avevano poco più che trent’anni.
La pellicola registrò subito un grande successo, anche al botteghino dove ha realizzato il maggior incasso dell’anno 1984-1985, pari a 15 miliardi di lire.
Torna dunque uno dei più spassosi viaggi nel tempo compiuti nella storia del cinema che ha lasciato in eredità scene,battute e immagini entrate nella quotidianità degli italiani e ha decretato il sucesso dei due talenti comici italiani più importanti dell’epoca contemporanea.
Mario e Saverio (rispettivamente Troisi e Benigni), si perdono durante un brutto temporale e decidono di chiedere ospitalità presso una casa immersa nella campagna. Il mattino dopo si sveglieranno nel quindicesimo secolo. Dopo un comprensibile momento di smarrimento, ne approfitteranno per cercare di cambiare la storia del mondo fermando Cristoforo Colombo,in procinto di partire per il viaggio che lo portò a scoprire l’America.
Nel contesto rinascimentale Mario e Saverio incontreranno Leonardo da Vinci e cercheranno di istruirlo sulle scoperte fatte nei secoli succesivi,dal treno a vapore al termometro,dal semaforo all’elettricità passando attraverso un’ esilarante lezione sul gioco della “scopa”.
Memorabile la scena della dogana e la famosa battuta “Chi siete?Cosa portate? Un fiorino!”.
Benigni e Troisi in un’intervista hanno dichiarato che la celebre scena è stata girata molte volte perché non riuscivano a restare seri, tanto da essere costretti a rinunciare lasciando nel film la parte dove ridono palesemente.
Indimenticabile la scena della lettera che Roberto Benigni e Massimo Troisi scrivono al “Santissimo Savonarola” che omaggia la celebre e altrettanto divertente lettera scritta dai fratelli Caponi, Totò e Peppino De Filippo, alla “signorina” in “Totò, Peppino e la… malafemmina”.
Da ricordare le partecipazioni di Carlo Monni nei panni del mitico Vitellozzo, Elisabetta Pozzi e Amanda Sandrelli nelle vesti della nobile Pia corteggiata da Mario a suon di canzoni rivisitate, insieme alla fotografia di Giuseppe Rotunno e alle scene di Francesco Frigeri.
Del film è stato scritto anche un libro omonimo, con la differenza che nel finale Saverio svela all’amico di conoscere un modo per tornare nel Novecento, ma prima di dirgli cosa fare gli fa promettere di sposare la sorella.