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“Fratelloni d’Italia”, ritratto dei mitici fratelli Abbagnale

Redazione Napolitan di Redazione Napolitan
8 Settembre, 2018
in News, Sport
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“Fratelloni d’Italia”, ritratto dei mitici fratelli Abbagnale
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untitledSono la leggenda del canottaggio italiano, i fratelli Abbagnale, celebri campioni nella vogata di coppia e di punta. Agostino, Carmine e Giuseppe rappresentano l’orgoglio sportivo partenopeo. Nativi di Pompei, si sono guadagnati la medaglia d’oro alle Olimpiadi per ben tre volte. Carmine e Giuseppe rappresentarono la coppia ben più nota del canottaggio, Agostino conquistò la fama successivamente. I fratelli Abbagnale erano una squadra vincente: Giuseppe era caparbio e tattico, Carmine fondista e tecnico. La coppia è stata considerata da molti esperti del settore come il miglior equipaggio in assoluto della storia dello sport remiero.

“I Fratelloni d’Italia” come comunemente erano denominati, per ben dodici anni hanno entusiasmato con la loro performance. Assieme a Giuseppe Di Capua, detto “Peppiniello”, che li guidava alla prua, i due fratelli di Castellamare di Stabia, si sono imposti nella categoria del due con timoniere.

Tesserati per la Cannottieri Stabia, i fratelli Abbagnale hanno portato il canottaggio, sport povero e poco conosciuto, alla ribalta e notorietà. Rappresentano di fatto una leggenda sportiva con i loro 90 chili di supermuscoli.

Dopo essersi qualificati al secondo posto dei Mondiali del ’93, arrivò la chiusura definitiva con lo sport, nell’ormai lontano ’96. Fece scandalo il fatto che una volta chiuso col canottaggio, rimasero senza lavoro. Pudici e semplici, i fratelli Abbagnale chiesero alle autorità di avere un normale posto di lavoro e lo ottennero, al seguito del ritiro dalle scene. Giuseppe, classe ’59, trovò impiego alla Banca Nazionale del Lavoro, Carmine, classe ’62, alla Regione Campania. Giuseppe è divenuto presidente della Federazione italiana canottaggio, di cui è tecnico anche il fratello Agostino. Il loro compagno di viaggio, “Peppeniello”, lavora alla Telecom e collabora col biscottificio di famiglia.

“La gente ci apprezzava e ancora ci vuole bene perché ci sentiva genuini – dice Giuseppe, che era leader, capovoga e primogenito dei fratelli Abbagnale – Non abbiamo mai fatto niente per accrescere la nostra popolarità o renderla artificiosa. Economicamente si potevano sfruttare molto di più quei successi ma è andata bene lo stesso: abbiamo un lavoro sicuro, ci siamo fatti una famiglia, ci sono i figli”. Giuseppe ha visto il figlio Vincenzo gareggiare nel 2013 per il Circolo Nautico di Castellamare, vincendo perfino l’oro ai Mondiali juniores di Chungju. Ha anche un’altra figlia, Gaia. Sono invece due le bambine di Carmine, Virginia e Chiara, anche loro avvicinatesi allo sport coi remi. Solo Agostino, il fratello meno noto, nonostante abbia vinto più ori olimpici degli altri due, dopo un intermezzo di inattività a causa di una trombosi, è rimasto nel canottaggio come tecnico federale.

Nel 2012 durante i Giochi olimpici, la città di Londra ha ribattezzato le stazioni della metropolitana con i nomi degli atleti, dedicando a Carmine, Giuseppe e Agostino rispettivamente le fermate di Hounslow East, Hounslow Central e Hounslow West, sulla linea Piccadilly.

I fratelli Abbagnale sono uomini del popolo che con caparbietà sono riusciti sportivamente ad affermarsi e con altrettanta semplicità, sono usciti di scena restando campioni nella vita. Rimarranno dunque per sempre nella memoria italiana, come “I Fratelloni d’Italia”, che ci hanno fatto sognare!

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Tags: canottaggio italianoFratelli Abbagnalenotizie sportiveorgoglio partenopeoritratto dei fratelli Abbagnalesportsport partenopeo
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