Il fumo ormai è diventato una tendenza, un fenomeno frequente soprattutto tra i giovani. Per dirlo alla napoletana, la sigaretta fa tanto “guappo”. Ed è proprio la tendenza che ha incrementato lo sviluppo di un nuovo fenomeno, un prodotto che negli ultimi anni ha rivoluzionato il mercato intero per poi spegnersi lentamente proprio come una sigaretta.
Parliamo della sigaretta elettronica: un dispositivo elettronico nato con l’obiettivo di fornire un’alternativa al consumo di tabacchi lavorati (sigarette, sigari e pipe) che ricalca le orme della “cara” e vecchia sigaretta, simulandone la combustione.
Numerosi sono i negozi che da un giorno all’altro hanno riempito i centri e le vie di ogni città, i primi consumatori suscitavano la curiosità degli altri, chi azzardava paragoni e chi addirittura consigli sugli acquisti. La sigaretta elettronica infatti oltre ad essere dotata di una batteria e di una cartuccia è disponibile in varie fragranze. Per quanto eccitante possa essere l’idea di avere una vasta scelta di gusti, non parliamo certo di candele profumate, bensì di un prodotto che nuoce gravemente alla salute.
Tutto questo però non è servito a spaventare i consumatori, anzi l’idea di poter fumare liberamente anche in luoghi dove prima era vietato, dava un senso di libertà e di consolazione. Ecco allora che il fenomeno del momento si è trasformato in un vero e proprio business. I tabacchi ormai sono considerati antiquati, la folla è solo nei negozi di sigarette elettroniche.
Nel mondo fatato del fumatore però non c’è un lieto fine, la rivoluzione della nicotina è destinata a svanire nel nulla. I negozi iniziano rapidamente ad estinguersi, saracinesche chiuse e cartelli con su scritto affittasi.
Perché tutto questo? La risposta è semplice, questo business in un paese come il nostro è stato gestito male, le tasse essendo molto esose in questo campo non hanno certo favorito gli imprenditori, tra cui troviamo molti giovani. Tutti hanno dovuto affrontare una tassazione selvaggia ed insostenibile: un aumento del +58,5% sul prezzo finale, significa che per recuperare il margine di profitto, il commerciante era costretto a rincari compresi tra il 70/% e il 150%. Ossia fino a due volte e mezzo il prezzo che finora abbiamo trovato nei negozi, tanto per le sigarette elettroniche quanto per tutti gli accessori, dai liquidi alle cartucce di ricarica.
Ad imprimere un’ulteriore stangata al mercato del prodotto giungono i dati emersi dagli studi in materia effettuati dal dottor Ron Chapman, direttore del California Department of Public Health: chi utilizza le e-cig si espone a 10 diversi materiali cancerogeni contenuti all’interno del loro vapore.
“Ogni adolescente che usa un e-cig affronta un rischio di danneggiare il suo sviluppo cerebrale“, ha affermato il dottore -. Le e-cig contengono nicotina e altre sostanze chimiche nocive. C’è moltissima disinformazione sulle sigarette elettroniche: io come ufficiale sanitario della California, consiglio a tutti di non utilizzarle e di tenerle lontano dai bambini”. Proprio la scorsa settimana, il New England Journal of Medicine ha pubblicato uno studio che ha dimostrato che le e-cig sono più pericolose delle sigarette tradizionali.
In virtù di quanto emerso da tali studi, il vapore delle e-cigarette può includere dei prodotti chimici pericolosi come la formaldeide e altri elementi inquietanti, come: l’acetaldeide, il toluene, il cadmio, il nickel e il piombo.
I ricercatori hanno simulato l’atto del fumare tramite una siringa e hanno scoperto che “questo tipo di formaldeide è presente a delle concentrazioni significativamente più elevate che nelle sigarette tradizionali. Una differenza tra il 5 e il 15%.
Volendo essere ironici possiamo affermare che di questo passo il business legato al commercio di tale prodotto è destinato ad “andare in fumo.”