In materia di truffe assicurative siamo abituati a vederne e a sentirne di tutti i colori, di cotte e di crude.
Secondo un’opinabile e tutto da dimostrare luogo comune, Napoli sarebbe “la capitale della frode” e questo concorre a legittimare il cospicuo rincaro inferto dalle compagnie assicurative sulle tariffe inferte agli automobilisti partenopei.
Eppure, mai e nessuno, alle pendici del Vesuvio, si è mostrato capace di emulare i “truffatori di Pavia”.
Dieci persone, la maggior parte di nazionalità romena, sono indagate dalla Procura di Pavia, accusate di aver simulato falsi incidenti per frodare le assicurazioni e incassare i soldi delle polizze. Due donne, secondo quanto è emerso dalle indagini, si sarebbero anche procurate – in maniera volontaria e clandestinamente – un aborto, con lo scopo dichiarato di aumentare l’indennizzo.
Secondo quanto si apprende dalle pagine del quotidiano «La Provincia pavese» le vicende finite al vaglio degli inquirenti si sarebbero verificate nel Pavese (in particolare a Pavia, Chignolo Po e Miradolo Terme), ma anche a Binasco (Milano) e a Codogno (Lodi).
A quanto pare, porta la firma del Settentrione, una delle truffe più macabre e tristi della storia.
E, sia chiaro, tale primato, non rappresenta un motivo di vanto per la nostra città, ma d’insulsa vergogna per tutta l’umanità.