14 anni, l’apoteosi dell’adolescenza.
Coscienza ed emozioni vengono centrifugate in un vortice altalenante di controsensi, incertezze, imprevedibilità.
È l’era delle scoperte, delle estremizzazioni.
Esistono solo due colori: il bianco e il nero. Niente sfumature, niente mezze misure.
I primi baci, i primi approcci, il batticuore.
Ma anche la depressione/disperazione estrema: quella che deriva da un brutto voto rimediato a scuola o da una lite con l’amica del cuore.
O, ancora peggio, da un grave lutto.
Uno degli aspetti che maggiormente semina turbe e scompiglio tra le tortuose curve dell’emotività è proprio l’introspezione del dolore e l’elaborazione di un lutto.
Quanto accaduto a San Marcellino consegna un feroce quadro di dolore dipinto dalla realtà.
Un ragazzo di 14 anni, Antonio Lanzone, versa in gravissime condizioni dopo essersi esploso un colpo alla testa con la pistola di ordinanza del padre. La tragedia si è consumata a San Marcellino, nell’abitazione del ragazzo che, stando ad una primissima ricostruzione degli investigatori, era rimasto molto turbato proprio dalla morte della nonna, avvenuta qualche giorno fa.
Nel tardo pomeriggio di ieri, Antonio sarebbe riuscito ad impossessarsi della pistola del padre, un agente penitenziario in servizio a Portici e, dopo essersi disteso su letto ha premuto il grilletto puntando la pistola alla testa.
Allertati dallo sparo, i parenti hanno immediatamente chiamato il 118 che ha trasferito il ragazzo all’ospedale di Aversa, dove attualmente versa i condizioni gravissime.