È un giorno storico per la Grecia.
Syriza, il partito di sinistra di Alexis Tsipras, ha vinto le elezioni.
I dati reali, con lo spoglio al 25%, parlano di un 35% circa alla coalizione di sinistra, contro il 29% di Nuova Democrazia, secondo partito. Ma lo spoglio è ancora tutto da seguire: Syriza è a un passo dalla maggioranza assoluta (151 su 300 seggi), e secondo le proiezioni si fermerebbe a 149 o 150.
Sembra ormai certo che Alexis Tsipras diventerà premier, il più giovane degli ultimi 150 anni.
Il successo di Syriza, il partito che durante la crisi ha riunito la galassia dei movimenti di estrema sinistra e che il suo leader ha trasformato in una formazione anti austerità è un autentico fenomeno sociale. Personifica il più colossale travaso di voti della storia europea recente da un partito all’altro, dai socialisti del Pasok all’ex formazione ribelle.
Alexis Tsipras nasce ad Atene il 28 luglio 1974, pochi giorni dopo la caduta della Dittatura dei colonnelli. Nel 2000 si laurea in ingegneria civile presso l’Università tecnica nazionale di Atene. La sua entrata in politica avviene verso la fine degli anni ottanta, con l’ingresso nel movimento dei giovani comunisti ellenici; nel 1999 è diventato segretario dei giovani di Synapsismos, una delle formazioni confluite poi in Syriza. Due anni dopo, nel tentativo di raggiungere il G8 di Genova, è stato bloccato e espulso assieme ad un gruppo di militanti già ad Ancona. La prima svolta importante è rappresentata dalla vittoria alle elezioni amministrative della capitale nel 2006, quando si è candidato con la lista “Città aperta” ed è stato eletto consigliere comunale. Il 10 febbraio del 2008, è succeduto all’euroscettico Alekos Alavanos come presidente di Synapsismos, a soli 33 anni. Un anno dopo, alle elezioni che regalarono il 43% dei voti al Pasok, è stato eletto in Parlamento.
Negli anni successivi il consenso attorno a Syriza è letteralmente esploso, anche perché le parole d’ordine del partito si sono ammorbidite. Dalla richiesta di una cancellazione del debito, un congelamento delle privatizzazioni e una nazionalizzazione delle banche, Tsipras è passato all’ambizione di ristrutturare parzialmente il debito e avviare un piano sociale che, garantendo le necessarie coperture, aiuti i meno abbienti e stimoli l’economia.
A differenza di molti leader della sinistra radicale, il neopremier greco non proviene dalle file dei sindacati o dell’Università: ha un professione e una formazione borghese alle spalle.
Il suo modello politico è Andreas Papandreou, il carismatico leader socialista che negli anni ’80 ha allargato lo stato sociale e le conquiste sociali in Grecia.