Caserta – Diciannove persone sono state arrestate dal nucleo dei carabinieri di Calvi Risorta (Caserta) e dai colleghi del nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli nella provincia di Caserta, Napoli, Salerno, Frosinone e Latina. Appartenevano ad un’associazione a delinquere finalizzata allo scavo illecito e al traffico internazionale di reperti archeologici di valore. Grazie all’operazione “Dedalo”, dal nome del costruttore del mitico labirinto del Minotauro sono stati recuperati oltre 15000 reperti archeologici di diversa natura e datazione e anche alcuni falsi.
I responsabili del furto sono stati ripresi grazie a telecamere ad infrarossi ed apparecchiature satellitari. Tra gli oggetti trafugati figurano: due anfore dipinte dal pittore Greco Assteas attivo a Paestum nel IV secolo a.C e quattro pannelli pompeiani affrescati. Questi ultimi erano i reperti smarriti nella camera di una villa romana mai censita, nell’area della “Civita Giuliana” che fu scoperta durante una perquisizione nel 2013. Inoltre, tantissimi i reperti rubati nella zona collinare di Pozzuoli e nel Casertano nel sito dell’Antica Cales. Dalle indagini è emerso che la maggior parte di essi era diretta in Spagna e negli Usa e secondo il vicecomandante del Nucleo Tutela Patrimonio di Roma, i committenti sarebbero tutti privati collezionisti e non ci sarebbe né l’interesse dei musei che, dopo le indagini degli anni scorsi ,sono molto attenti alla provenienza dei reperti,né il coinvolgimento della criminalità organizzata.
In realtà, nonostante a partire dal 2011 si sia registrato un calo dei furti grazie alle operazioni condotte dal Nucleo di Napoli del Comando Carabinieri Tutela del patrimonio culturale, “la guerra ai tombaroli” continua.
Il fenomeno dei furti di beni archeologici non si arresta nemmeno nel resto della penisola, assumendo dal 1997 ad oggi, i connotati di una “Grande Razzia”, come sottolineato da Fabio Isman nel libro “I predatori dell’arte perduta”. E ciò produce conseguenze tragiche sul Patrimonio culturale nostrano. I manufatti “perduti”, divenuti veri e propri beni di mercato, sono sradicati dal loro contesto, perdono la loro identità e diventano “muti”, incapaci di comunicarci echi di quel passato che solo grazie a loro possiamo rivivere.
Mariarosaria Bosco