Pochi sanno che “Pif” è l’acronimo di Persona Informata sui Fatti; e Pierfrancesco Diliberto, con un breve ma sagace sostantivo, è riuscito ad unire il proprio nome alla propria mission: si è addentrato nei fatti, più anomali e trasversali, munito di telecamerina e microfono.
Semplici strumenti che gli hanno permesso di raccontare scorci di realtà particolari, magari lontani dai “fuochi” mediatici, e più vicini alle battaglie intime e quotidiane.
Tuttavia, con La Mafia uccide solo d’ estate, film pluripremiato del 2013, interpretato da sè stesso, Pif ha scelto di trattare una piaga del nostro paese, forse troppo interiorizzata in quegli anni, per essere definita tale: Palermo e lo stato mafioso; e l’ ha fatto attraverso gli occhi di un bambino, che si poneva domande a cui gli adulti non sapevano o non potevano sempre rispondere. Pierfrancesco Diliberto ha vissuto la Palermo degli anni ’80 e ’90, dall’ omicio di Della Chiesa a quello di Falcone prima, Borsellino poi.
A quel punto, racconta Pif, non si poteva più fingere di non sapere, di non vedere. Sono stati “eventi” che hanno scatenato una presa di coscienza collettiva, che hanno fatto sperare, in un certo modo, in un cambiamento.
Ed ora, La Mafia uccide solo d’ estate diventa una fiction firmata Rai, con la sorpresa di molti, visto le posizioni che, in passato, Pif prendeva nei riguardi della Tv “generalista”.
Ma, è anche vero, d’ altro canto, il cambiamento che si avverte nel settore – fiction della televisione pubblica, la quale sta dando spazio a script più trasversali, e poco di genere.
Ricordiamo, infatti, la nuova serie che lo scorso dicembre è arrivata sugli schermi Rai , Zio Gianni, ideata dal trio The Pills, giovani ragazzi della capitale, che hanno irrotto sul web con i loro corti dinamici e divertenti.
Molti sono i fenomeni del web che faranno ingresso, nei prossimi mesi, nel tradizionale canale televisivo, in vista del superamento di certi format, ormai forse anacronistici per una società dinamica, come quella attuale.
La serie di Pierfrancesco Diliberto, la cui sceneggiatura vedrà gli stessi autori del film (Pierfrancesco Diliberto, Stefano Bises e Michele Astori) sarà trasmessa dalla Rai in autunno; “Il successo è travolgente… Il mondo Rai ha realizzato il mio bisogno di cambiamento” afferma il giovane regista – autore, rispondendo, appunto, alle critiche in merito alla scelta fatta, apparentemente, commerciale.
E così, dopo esser stato una iena sui canali Mediaset, e dopo aver indossato le vesti di un testimone su Mtv, Pif affronta una sfida sicuramente più impegnativa per quanto riguarda i numeri: racconterà la Mafia su Rai 1.
Un capitolo del nostro paese che per molti anni non poteva essere sfogliato, nè letto ad alta voce; un dramma sociale che è costato la vita a numerose persone che hanno avuto l’ irrefrenabile voglia di urlarlo, magari in una radio arrangiata con gli amici.
Un capitolo di cui,oggi, sembra si possa parlare. Ma forse non troppo e non in tutti i modi, dal momento che, in questo preciso momento, probabilmente, un giovane scrittore della mia terra si sta prendendo un caffè con gli uomini della scorta, e lontano da ciò per cui ha voluto combattere. A prescindere dalle simpatie, dai giudizi laterali, dalle inevitabili critiche che la popolarità porta con sè, bisogna prendere atto che ci vuole coraggio. Ce ne vuole ancora molto.