Ieri pomeriggio alle 18:00 si è tenuta, presso il Circolo Ufficiali del Comando Militare Esercito Campania di Napoli, la presentazione del libro-inchiesta “Monnezza di Stato. La terra dei fuochi nell’ Italia dei veleni“, scritto da due napoletani intenti a far luce sulle verità del traffico e dello smaltimento di rifiuti tossici in Campania: Antonio Giordano e Paolo Chiariello.
Il primo, oncologo, patologo, genetista, professore universitario e scrittore italiano, naturalizzato statunitense, indaga, negli ultimi tempi sul rapporto tra i rifiuti tossici e l’ aumento dei tumori in Campania. Mentre Chiariello, giornalista di TGSky24, ha curato inchieste sulle infiltrazioni della mafia nelle istituzioni del sud, sullo spaccio di stupefacenti del clan dei Casalesi e sulla terra dei fuochi, l interramento dei rifiuti in Campania.
A moderare il confronto la giornalista Conchita Sannino, la quale, ha potuto dar parola al Generale Antonio Raffaele, al vicesindaco Tommaso Sodano, al Dott. Giovanni Conzo (magistrato della Procura distrettuale Antimafia di Napoli), oltre che a raccogliere la testimonianza dei due autori.
Tuttavia, un intervento inaspettato ha segnato la giornata, ed è stato quello del Presidente De Laurentis, il quale è arrivato a parlare di Stato Latitante.
Chiariello e Giordano hanno scritto un libro a “quattro mani”, diviso, essenzialmente, in due blocchi: il primo giornalistico, l’ altro scientifico.
Due aspetti di una cruda verità che si incrociano e non possono essere considerati separatamente; “Monnezza di Stato è un cazzotto” secondo la Sannino, poichè va a colpire le ipocrisie, le inerzie e le inadempienze che finora hanno segnato un sistema fallimentare, fatto da attori sociali che vanno dagli imprenditori ai funzionari della pubblica amministrazione; pertanto, il lato scientifico del manoscritto, vuole dirci “Non negate più”.
Non si può più negare, in effetti, il “Genocidio di una popolazione” ,come sottolinea il magistrato Conzo, il quale afferma che il libro in questione è stato scritto con il cuore e con il coraggio. Lo stesso coraggio delle Mamme presenti ieri pomeriggio, le quali hanno perso i loro bambini, uccisi dall’ intossicazione della terra e delle false acquifere.
“ho visto tanta gente morire ammazzata” dichiara Conzo, il quale ha seguito varie inchieste sulle attività del clan dei Casalesi “ma non mi ha fatto tanto male rispetto ai ritrovamenti di piombo e alluminio nelle terre campane. Perché quello nuoce l’ intera collettività. Non è più un omicidio. E’ un disastro”.
Il magistrato, inoltre, ha fatto riferimento al ruolo determinante che gli imprenditori hanno avuto nelle dinamiche di inquinamento; persone senza scrupoli che sono arrivate ad offrire alla camorra 500 mila euro, per assassinare un magistrato che, anni fa, iniziò ad indagare sulla questione rifiuti.
“Ma lo Stato ha avuto delle responsabilità in tutto questo?” si chiede nel libro l’ autore Paolo Chiariello e la risposta è “Si”, ci informa il giornalista napoletano, parlando di numerose sentenze che hanno dimostrato il connubio tra Stato e mafia; portando l’ esempio lampante, inoltre, dell’ ospedale casertano, in cui vi era un ufficio, diventato spazio di riunioni delle cosche mafiose campane e i funzionari pubblici: lì si decideva a chi dovevano andare gli appalti e chi doveva lavorare.
“Anche i media hanno avuto le loro responsabilità” aggiunge Chiariello, riferendosi alla questione che tutti sapevano e nessuno parlava.
“Noi siamo la regione in cui Saviano non può vivere” conclude l’ autore, affermando che è giunto il momento di esercitare il nostro diritto di cittadinanza perché siamo stati troppo deboli e assoggettati. In effetti, quando parla di assoggettamento si riferisce, per lo più a quegli agricoltori che negli ultimi vent’ anni hanno abbozzato e non denunciato ciò che vedevano, in quanto, retribuiti dalla camorra sotto forma di danaro o posti di lavoro per i loro familiari.
Antonio Giordano, co-autore del libro in questione, fa risalire il problema delle collaborazioni stato-mafia, a decine di anni fa, quando esisteva l’ emergenza amianto, al principio insabbiata. “La nostra generazione ha fallito politicamente” afferma Giordano, riponendo le speranza nella nuova classe politica, la quale dovrà affrontare in modo dettagliato questo dramma. L’ oncologo, inoltre, dichiara di appartenere all’ ordine dei medici Campani “non con grande orgoglio”.
Nei vari interventi, in effetti, è emerso come le colpe sono molteplici e si possono ripartire a molti attori sociali, dall’ agricoltore per il silenzio venduto, alla camorra, alle grandi industrie del nord, fino alla nostra classe politica e istituzionale.
Ma qual’ è la soluzione ora? cosa bisogna fare dopo la presa di coscienza di questa macabra e sconcertante realtà?
“Ora lo Stato deve Bonificare. Il racconto negativo è stato fatto, come la diagnosi scientifica. Ora bisogna solo agire” commenta finalmente Paolo Chiariello, sottolineando, inoltre che non c’è solo negatività attorno a noi; infatti la Campania, attualmente, è la regione che effettua più controlli sui prodotti agricoli, prima di esportare o vendere alla comunità, proprio perchè è protagonista di questo disastro ambientale.
Quindi, mentre in piazza a capodanno, a Napoli, si è parlato di un problema risolto, quasi lontano, e oggetto di un allarmismo inopportuno,
ieri pomeriggio si è parlato della verità. L’ unica. La necessità urgente dell’ intervento statale per la bonifica totale delle nostre terre.