Entro due anni e mezzo rinascerà Città della Scienza: questi i tempi contemplati dal cronoprogramma per la ricostruzione illustrato quest’oggi dal consigliere delegato del polo museale Vincenzo Lipardi. Il bando di progettazione internazionale è intanto scaduto; dopo il tremendo rogo doloso del 4 marzo 2013, infatti, la gara per la progettazione era partita il 12 novembre 2014 e si è conclusa il 20 gennaio.
“Abbiamo ricevuto 98 proposte che sono state archiviate in forma anonima – ha spiegato Lipardi. – Progetti da tutta Italia, ma anche da altri paesi europei, da Usa, Giappone e Cina: si sono impegnati grandi studi, ma anche giovani architetti e ingegneri.”
Gli esperti di Città della Scienza, quindi, sceglieranno 15 proposte per la fase finale del concorso. Gli ideatori avranno poi 70 giorni di tempo per presentare il progetto definitivo, ed entro giugno 2015 la commissione stilerà una graduatoria.
Dopo l’accordo che incorporerà anche la licenza di costruzione, prenderà il via anche il bando per gli appalti, della durata intorno ai sei mesi.
Intanto, nei giorni precedenti, a tenere banco è stata la protesta di ingegneri ed architetti che chiedevano di fermare il bando, ufficializzando la loro richiesta mediante una missiva inviata al presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, al presidente di Inarcassa ed ai presidenti tutti degli Ordini professionali degli architetti e degli ingegneri «per esprimere il proprio dissenso su modalità nonché contenuti del concorso di progettazione» per la cittadella di Bagnoli distrutta da un incendio di natura dolosa a marzo di due anni fa, invitando Inarcassa a ritirare sostegni economici ed i colleghi a disertare il concorso.
Il bando, secondo quanto si apprende attraverso la lettera “viola palesemente le norme urbanistiche e quelle di tutela idrogeologica, ambientale e paesaggistica vigenti sull’area, rappresentano un attacco al patrimonio urbanistico e ambientale del nostro Paese. L’Accordo e quindi il Bando pubblicato concretizzano lo smantellamento di norme che presiedono alla tutela del territorio.”
Inoltre, «Il Bando promuove di fatto la progettazione di un’opera abusiva, ledendo gli interessi etici delle categorie professionali sollecitate alla partecipazione, mortificando tutti i professionisti che svolgono la propria attività nel rispetto rigoroso delle norme, tra le tante difficoltà legate all’attuale situazione precaria del lavoro e rispettando l’impegno del pagamento dei contributi alla Cassa nazionale previdenza e assistenza di Ingegneri e Architetti (Inarcassa) che del bando risulta, attraverso la sua Fondazione, tra i principali promotori. Il complesso che si intende costruire avrebbe un volume di circa 68 mila metri cubi, da posizionare sulla spiaggia di Bagnoli in spregio alla legge nazionale 582/96 che, invece, stabilisce l’obbligo di ripristinare la morfologia della costa di Bagnoli, il decreto Mibac del 1999 che riconosce il prevalente interesse paesaggistico alla tutela della piana di Coroglio, il PRG del 1998 e il PUA del 2005: legge, decreto e strumenti urbanistici che prescrivono il trasferimento al di là della strada litoranea, di tutti i volumi esistenti sulla spiaggia, compresi quelli andati distrutti nell’incendio del marzo 2013. Le rappresentanze delle categorie professionali degli architetti e degli ingegneri, sempre partecipi ai dibattiti sulla difesa del territorio e dell’ambiente, questa volta non sono intervenute, lasciando passare in silenzio un disastro annunciato. Ma, cosa ancor più grave, la Fondazione Inarcassa, costituita con fondi Inarcassa (socio unico fondatore) il cui patrimonio è dato dai contributi versati dai suoi circa 165.000 iscritti, a fronte della crisi in cui versa la professione, da un lato delibera il dilazionamento del versamento dei contributi con tassi elevati al 4,5%, dall’altro ritiene “doveroso mobilitarsi e intervenire concretamente per aiutare Città della Scienza” (cfr sito della Fondazione, novembre 2014) attraverso il finanziamento del Bando di concorso, con risorse provenienti dai contributi degli iscritti e dagli interessi applicati con tassi insopportabili».
Pertanto, la lettera termina con il seguente appello: «Al presidente dell’Autorità Anticorruzione, indignati per la scelta operata dalla Fondazione Inarcassa e da Inarcassa, e quindi ai rispettivi presidenti, nonché ai presidenti degli Ordini professionali degli Architetti e degli Ingegneri, ai colleghi, al mondo associazionistico, ai sindacati, alla pubblica opinione, a chiunque abbia sensibilità e voce autorevole, rivolgiamo la nostra richiesta di sostenere: la sospensione delle procedure avviate con il Bando per l’affidamento dell’incarico di progettazione riguardante un intervento che contrasta palesemente con norme statali e locali, il ritiro di ogni ulteriore supporto economico e di collaborazione al Bando di concorso. Al contempo, convinti che all’illegalità non debba rispondersi con altre illegalità, esortiamo tutti gli architetti, ingegneri, urbanisti, sensibili ai problemi ambientali e del territorio e al rispetto delle regole democraticamente stabilite, a ponderare l’opportunità di partecipare al concorso bandito».