Un’operazione condotta dalle fiamme gialle ha portato all’arresto in flagrante di sei persone e al sequestro di circa 20 mila prodotti contraffatti pronti per essere immessi sul mercato.
La merce in questione veniva prodotta all’interno di una fabbrica fantasma scoperta a Caravita, frazione di Cercola, “coperta” da una parete mobile all’interno di uno stabile che ospita una ditta di trasporti.
Il business al quale si dava luogo in quella sede contemplava la produzione di detersivi con marchi famosi contraffatti, sequestrati unitamente a numerosi macchinari per la produzione, compresi una tramoggia, un carrello elevatore, compressori, incollatrici e imballatrici.
Secondo gli investigatori, la fabbrica fantasma assicurava ogni giorno grossi volumi di produzione di detersivi, stimati essere potenzialmente rischiosi per la salute dei consumatori.
Sei persone arrestate, tutte napoletane e di età compresa tra i venti e trentacinque anni, ognuno con una mansione specifica all’interno della fabbrica, tutti incensurati, dovranno rispondere di reati in materia di contraffazione di marchi, sicurezza prodotti e frode in commercio.
Del resto, il “falsario imprenditore”, ovvero, cioè colui che immette sul mercato prodotti contraffatti di massa, è una figura in sensibile ascesa nell’ambito della sfera criminale contemporanea
Il fenomeno della contraffazione si presenta come un insieme complesso di violazioni a leggi, norme, regolamenti, vincoli contrattuali che regolano i diritti di proprietà intellettuale e di sfruttamento commerciale di prodotti di ogni genere.
Uno dei business più diffusi e praticati, in virtù del fatto che si tratta un’attività criminale in cui ad alti guadagni corrispondono bassi rischi.
La tendenza alla globalizzazione del commercio ha per giunta spalancato ai contraffattori nuovi mercati e quanto rinvenuto nella fabbrica fantasma di Caravita ne è la riprova.
In questi casi, ciascun esemplare è venduto al suo stesso prezzo di mercato o anche di meno ed, il falsario consegue il suo guadagno producendone in grande quantità.
La contraffazione dei detersivi e dei prodotti per l’igiene, in tal senso, rappresenta l’esempio più concreto ed emblematico di tale politica imprenditoriale/criminale.
I detergenti sono soggetti a sofistificazioni e falsificazioni. Nel primo caso, i detersivi liquidi vengono diluiti in misura maggiore di quanto dichiarato oppure vengono impiegate sostanze non consentite dalla legge, nocive per l’ambiente e per la salute del consumatore. Il secondo tipo di frode consiste nel produrre e vendere detergenti di marche note, con etichette e confezioni falsificate, che contengono formulazioni diverse da quelle originali.
Ad essere contraffatti sono soprattutto i detersivi liquidi ed in polvere, lo shampoo, la candeggina ed i saponi, neutri e da bucato.
In virtù di quanto fin qui asserito è lecito porsi una semplice e sentita domanda: come si può riconoscere un prodotto contraffatto?
Prestando attenzione alle promozioni.
Già. Proprio i prezzi appetibili delle super-offerte da volantino rappresentano il tallone d’Achille dei falsari.
Quasi tutte le case di prodotti per l’igiene della persona che consistono nell’allegare ad ogni pezzo un buono che se consegnato al negoziante dà diritto ad uno sconto sull’acquisto di un altro prodotto. Se tali promozioni riguardanti uno stesso prodotto e, per lo più di marca, sono frequenti bisogna diffidare.
Infatti, tali falsari, beneficiando di costi di produzione molto più bassi possono praticare prezzi molto contenuti, diversamente dal produttore originale, la cui preoccupazione principale è quella di conquistare e mantenere una solida fama legata alla buona qualità dei prodotti.
Quindi, quando ci accingiamo ad acquistare uno shampoo o un bagnoschiuma, è doveroso prestare attenzione non solo alla fragranza.