Il settimanale ancora così popolare nasce il 23 gennaio 1932.
Il nobile di origini sarde, dottor ingegner conte di Sant’Andrea Giorgio Sisini di Sorso, piccolo centro della provincia di Sassari, invaghitosi dell’austriaca Idell Breitenfeld, la porta a Milano e la sposa. Con lei, sposa anche le sue passioni per i giochi enigmistici provenienti da oltreoceano, che a Vienna erano già molto in voga. E così, dalle occupazioni ingegneristiche ed agrarie, si dà alla pubblicazione de “La settimana enigmistica”, un nuovo genere ad entrare nelle case degli Italiani.
Il primo numero conta sedici pagine e porta l’immagine di Lupe Vélez, attrice e ballerina messicana, per un costo di cinquanta centesimi di lire. Enigmi, umorismo, vignette, curiosità, proverbi…
Da allora, oltre un milione di famiglie, assieme al quotidiano, nel weekend comprano questo passatempo. Rivista leggera, ma che mantiene sempre una certa austerità, è ancora stampata in bianco e nero (con l’eccezione di blu, verde o rosso nella testata), con i giochi ancora disposti pressoché allo stesso modo, ancora non intaccata da pubblicità, ancora redatta nella storica sede del palazzo Vittoria in piazza Cinque giornate a Milano.
Settimana dopo settimana, supera anche la guerra: il numero 694 del 14 luglio 1945, infatti, esce con due mesi e mezzo di ritardo: <<Gli storici avvenimenti delle ultime settimane hanno impedito di pubblicare questo numero con la consueta regolarità>>.
Ora è possibile scaricarlo su tablet, giocare su Aenigmatica.it, ma non esistono versioni digitali che tengano: un conto è leggere una notizia al volo su internet, un altro è stare lì, davanti ad uno schermo ore ed ore per risolvere rebus, cruciverba e quant’altro richieda un’attenzione che va oltre la semplice “occhiata” di qualche minuto.
Lo so, sono nostalgica.
Mi piace sentire sulle dita il foglio ruvido, quando tolgo le briciole di gomma dalla carta, dopo aver cancellato la cifra inserita nella casella sbagliata del sudoku. Mi piace aspettare una settimana, comprare il nuovo numero, confrontare le soluzioni e imparare qualcosa di nuovo. Mi piace vedere le tracce del mio errore confuse con la risposta corretta.
Vorrà dire che il mio edicolante di fiducia continuerà a vedermi…