Vincenzo De Luca è stato condannato a un anno di reclusione, ma senza alcun effetto perché la pena è sospesa, con l’interdizione dai pubblici uffici, per abuso d’ufficio nel processo sul termovalorizzatore di Salerno.
La sentenza è stata letta stasera, alle 19.15, dal presidente Ubaldo Perrotta della seconda sezione penale del Tribunale di Salerno. Domattina sarà anche trasferita a Roma, al ministero dell’Interno, la documentazione per l’applicazione della legge Severino: De Luca, infatti, sarà sospeso dalla carica di sindaco. E’ caduta invece l’accusa di peculato.
Analoga condanna anche per gli altri due imputati: Alberto Di Lorenzo e Domenico Barletta, dirigenti del Comune di Salerno.
Il magistrato ha puntato l’attenzione in particolare sulla nomina di Alberto Di Lorenzo, ritenuta dall’accusa «illecita» oltre che non opportuna perché «non aveva i titoli di laurea per quell’incarico».
In verità, De Luca era già corso ai ripari, il sindaco in mattinata aveva cambiato l’assetto dei vertici amministrativi del Comune nominando vicesindaco Enzo Napoli, il suo capostaff e uomo fidato all’interno degli assetti politici del Pd. L’ex esponente del Psi ha preso il posto di Eva Avossa.
«In relazione alle prossime scadenze istituzionali della Campania, e alla prevedibile intensificazione delle mie iniziative in ambito regionale, ho chiesto a Enzo Maraio di assumere una responsabilità politica più generale al mio fianco nell’ambito del mio staff – ha detto De Luca – l’esperienza, l’equilibrio, le capacità di relazioni umane di Enzo Napoli garantiranno una presenza quotidiana e il non rallentamento del lavoro amministrativo. Alla collega Eva Avossa vengono attribuite anche le responsabilità relative all’edilizia scolastica, oltre a quelle già ricoperte»