Ventiquattro persone sono state arrestate al culmine di un’operazione della Dia di Napoli su appalti truccati dell’ospedale di Caserta aggiudicati a imprese affiliate al clan dei Casalesi con l’appoggio di politici e amministratori pubblici.
Dall’indagine, durata oltre due anni, emerge che presso l’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta vi era “la piena operatività” del clan di camorra “Zagaria”, fazione del clan dei Casalesi che opera a Casapesenna (Caserta), e “una pervasiva e consolidata rete di connivenze e collusioni venutasi a creare, sotto la regia dei boss della camorra casertana, tra appartenenti al mondo della pubblica amministrazione, della politica e dell’imprenditoria”. Questo è quanto emerso dalle indagini.
Attraverso connivenze e collusioni, riferiscono gli investigatori, il sistema degli Zagaria riusciva a controllare e gestire, in regime di assoluto monopolio, gli appalti e gli affidamenti diretti di lavori all’interno dell’Ospedale casertano. Negli ultimi anni il clan si era gradualmente infiltrato nel tessuto politico-amministrativo della struttura sanitaria, trasformandosi in “un complesso apparato in grado di gestire gli affidamenti dei lavori pubblici in assoluta autonomia, potendo contare sul potere derivante dalla preminente matrice mafiosa”. Fra le persone arrestate vi è anche Elvira Zagaria, sorella del noto boss ed ex latitante del clan dei Casalesi, Michele. Secondo gli investigatori, la donna svolgeva un ruolo centrale nelle attività del clan all’interno dell’Azienda sanitaria casertana. Alla donna, dopo l’arresto di tutti i membri maschi della famiglia e dopo la morte del marito, Francesco Zagaria, negli ultimi due anni era toccato il compito di gestire gli ingenti capitali illeciti derivanti dalle attività delle imprese del clan. Dalle indagini è emerso che Francesco Zagaria dava anche indicazioni sugli esponenti politici da sostenere nelle campagne elettorali.
Nell’operazione sono state poste sotto sequestro preventivo quattro ditte (Odeia srl, R.D. Costruzioni, Luigi Iannone e Salvatore Cioffi), 18 immobili, undici terreni, un box auto, tre autovetture e quote societarie per un valore di 12 milioni di euro.
Gli arresti sono stati effettuati nelle provincie di Caserta, Napoli e Verona. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione per delinquere di tipo mafioso, corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e abuso d’ ufficio.
Questi i nomi delle Ventiquattro persone – di cui 10 detenute in carcere e 14 ai domiciliari – finite nel mirino degli inquirenti:
Gli arrestati in carcere: – Remo D’Amico – Elvira Zagaria – Antonio Magliulo (consigliere provinciale di Forza Italia) – Raffaele Donciglio – Bartolomeo Festa (dirigente unità operativa complessa di ingegneria ospedaliera) – Vincenzo Cangiano – Orlando Cesarini – Domenico Ferraiuolo – Gabriele D’Antonio – Luigi Iannone
Gli indagati agli arresti domiciliari – Francesco Alfonso Bottino (direttore generale azienda ospedaliera S’Anna e San Sebastiano) – Salvatore Cioffi – Antonio Della Mura – Roberto Franchini – Nicola Frese (dipendente unità operativa complessa di ingegneria) – Giuseppe Gasparin (Direttore asl caserta ed ex sindaco caserta) – Antonio Maddaloni (dipendente unità operativa complessa di ingegneria) – Paolo Martino (dipendente unità operativa complessa di ingegneria) – Mario Palombi – Angelo Polverino ex consigliere regionale Pdl – Giuseppe Porpora – Rocco Ranfone – Giuseppe Raucci (dipendente unità operativa complessa di ingegneria) – Umberto Signoriello (dipendente unità operativa complessa di ingegneria)