Charlie Hebdo continua a generare proteste. Le vignette contro Maometto, pubblicate dal settimanale francese, scatenano manifestazioni e dissensi nel mondo. In Algeria, Sudan, Tunisia, Giordania, Gerusalemme Est, Pakistan, Afghanistan, Turchia, Iran, Senegal ed Egitto, le vignette dell’ultimo numero del giornale satirico francese, innescano violente reazioni.
In Niger la protesta determina 10 morti e circa 45 chiese bruciate. Durante le manifestazioni anti-Charlie sono stati danneggiati infatti, 5 hotel, 36 ristoranti, un orfanotrofio e una scuola cristiana. Risultano 170 i feriti e 180 gli arresti. La collera contro la satira francese, fa si che divampi la violenza nei Paesi mussulmani.
Centinaia di persone inferocite prendono di mira luoghi di culto, soprattutto cristiani. Le violenze anti-Charlie in Niger, rappresentano la punta dell’iceberg di una protesta imponente, che per amore di Maometto, si sta diffondendo a macchia d’olio. In Cecenia un milione di fedeli si è messa in marcia nella capitale della repubblica caucasica Grozny, a sostegno del “Grande Profeta”. La scena si ripete anche in Iran, davanti all’ambasciata francese di Teheran. Slogan ostili alla Francia sono stati scanditi a Gaza, mentre in Turchia si sono verificati scontri tra studenti laici e decine di musulmani all’università di Ankara.
Se in Algeria imperversa lo slogan “Io sono Mohammed”, diffuso sui social network in risposta a “Je suis Charlie”, in Sudan centinaia di fedeli manifestano chiedendo che il governo francese presenti le sue scuse. In Tunisia invece, alcuni fedeli hanno abbandonato la moschea, in polemica contro l’imam Noureddine Khadmi, che ha definito l’assalto di Parigi, contrario ai principi dell’islam. A dispetto di questo messaggio, i fedeli mussulmani ribadiscono che i giornalisti di Charlie Hebdo “meritavano di essere uccisi per avere insultato diverse volte il profeta”.
La situazione non cambia in Giordania, dove 2.500 manifestanti, hanno protestato con cartelli recanti la scritta “l’offesa al grande profeta favorisce il terrorismo mondiale”. Mentre a Gerusalemme Est centinaia di palestinesi si sono incontrati nelle moschee, esibendo la scritta “L’islam è una religione pacifica”, in Pakistan giovani armati si sono recati davanti al consolato francese a Karachi. Nello scontro con gli agenti di polizia, sono rimaste ferite tre persone.
Un comunicato ufficiale afghano si scaglia contro la Francia: “Condanniamo questo atto ripugnante e inumano, e consideriamo coloro che l’hanno commesso come nemici dell’umanità”. Charlie Hebdo è diventato un fenomeno che fa discutere. A Istanbul, il 15 gennaio un tribunale ha aperto un’inchiesta sul giornale turco Cumhuriyet per aver pubblicato alcune vignette del nuovo numero del giornale satirico francese Charlie Hebdo. Le vignette anti-Maometto feriscono l’orgoglio mussulmano e non fanno altro che rilanciare provocazioni terroristiche.
Vietata dunque la distribuzione in alcuni Paesi come Senegal ed Egitto, dell’ultimo numero di Charlie Hebdo e di tutti i quotidiani che pubblicano immagini con Maometto.
Il giornale satirico francese, dopo i tragici eventi terroristici non arresta il suo spirito pungente e continua a disegnare vignette che rappresentano il profeta mussulmano. La provocazione mondiale di Charlie Hebdo, sta fomentando una nuova ondata di odio contro l’occidente, interrompendo così, il dialogo culturale che negli ultimi anni è stato intrapreso.