Secondo l’Istat, nel 2014, circa il 72% dei siciliani non ha letto un libro.
La Sicilia, seconda solo alla Basilicata con il 19,1%, registra uno sconfortante 18,1% di famiglie che affermano di non possedere nemmeno un libro in casa.
L’isola, comunque, rappresenta solo la punta dell’iceberg. Dando uno sguardo alle cifre europee, si evince che l’Italia è il fanalino di coda della comunità europea. Che il nostro non fosse un Paese di lettori non è di certo una novità, ma raggiungere queste cifre fa preoccupare gli esperti e vergognare gli appassionati o chi comunque si concede, di tanto in tanto, il piacere della lettura.
Save the Children, nel 2013, ha rilevato che 3 milioni 200 mila bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni non hanno letto un libro nel 2013 e circa 4 milioni non hanno visitato una mostra o un museo. Molte famiglie sono in regime di ristrettezze economiche e tagliano le spese che non ritengono necessarie per arrivare a fine mese, rinunciando, quindi, a viaggi, attività ricreative, sportive e culturali. Dati agghiaccianti di fronte ai quali non possiamo che impallidire e che spiegano, almeno in parte, le basse competenze di tanti studenti italiani e gli alti tassi dell’abbandono scolastico. Gli stessi dati, infatti, confermano che la lettura accresce la partecipazione cultuale: i non lettori mostrano un livello di attività culturale molto al di sotto della media. L’Istat dimostra, poi, che sul gradino più basso della classifica dei lettori assidui vi sono le casalinghe, gli studenti della scuola dell’obbligo e gli operai, mentre, di contro, dirigenti, imprenditori e liberi professionisti siedono comodamente in vetta.
Non che la faccenda possa ridursi semplicemente all’aspetto economico: la propensione alla lettura si sviluppa anche in base alla passione per i libri che si respira in famiglia. La Sicilia evidenzia ciò che in realtà era facile immaginare: avere una biblioteca in casa rappresenta uno stimolo per i giovani lettori da coltivare autonomamente nel tempo.
Ma la lettura, in Italia, sembra essere una questione di genere ed età, oltre che geografica.
Al nord, la percentuale siciliana fa sbarrare gli occhi e tremare le ginocchia, laddove il numero dei non lettori è significativamente minore.
Le donne rappresentano la fetta più assidua e sostanziosa di lettori italiani: mentre negli uomini l’interesse cala del 50% in gioventù, le donne leggono fino ai 60 anni. Molto delocalizzati, anche i giovani compresi tra i 20 e i 34 anni d’età, fascia tipica degli studi universitari, i quali dedicano qualche ora al giorno alla lettura, alla fermata della metro o prima di dormire.
Cosa leggono gli italiani?
Principalmente, i testi di narrativa, poiché il loro obiettivo è lo svago. Meno gettonati, infatti, sono i saggi e le biografie, i testi di storia, politica o attualità.
Nonostante il boom degli E-Book reader, la libreria è ancora il canale preferito dal pubblico, i prediletti risultano ancora i grandi colossi, come Feltrinelli o Mondadori. In rapida ascesa anche l’acquisto per corrispondenza e i formati digitali, con un significativo risparmio in termini economici e di tempistica.