15 Gennaio 2015 – ore 18:19: “Greta Ramelli e Vanessa Marzullo sono libere, torneranno presto in Italia” attraverso questo tweet Palazzo Chigi ha reso nota la liberazione delle due italiane rapite in Siria lo scorso 31 luglio.
Pochi minuti prima dell’annuncio del governo italiano sono circolati diversi tweet dei ribelli siriani che hanno riferito del rilascio. Un lungo e unanime applauso dall’Aula della Camera si è levato quando il ministro Maria Elena Boschi ha comunicato all’assemblea «una bella notizia. Greta e Vanessa sono state liberate».
Greta e Vanessa sono libere dopo oltre 150 giorni di prigionia.
Sono atterrate in Italia, all’aeroporto di Ciampino alle 4.20 del mattino. A riportarle a casa è stato un Falcon della nostra Aeronautica militare, atterrato a Ciampino dopo tre ore di volo dalla Turchia: subito dopo l’arrivo, al quale era presente il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, c’è stato un lungo e commosso abbraccio delle due ragazze con i rispettivi genitori, parenti ed amici giunti dalla Lombardia, avvenuto in una saletta dell’aeroporto, lontano da giornalisti, fotografi e telecamere.
Ad accogliere Vanessa i genitori e il fratello; per Greta, oltre ai genitori, il fratello e la sua fidanzata, anche due amiche, compagne delle scuole medie, impegnate a loro volta nel volontario. Concluse le procedure di rito, Greta e Vanessa hanno lasciato l’aeroporto senza rilasciare dichiarazioni, ma già nella giornata di oggi saranno ascoltate dalla Procura di Roma che ha aperto un’inchiesta sul rapimento.
Le ultime notizie delle volontarie erano arrivate il 31 dicembre scorso attraverso un video diffuso tramite YouTube con una richiesta di aiuto e un appello al governo italiano delle due ragazze. Il filmato era intitolato «Il fronte Al Nusra detiene due italiane a causa della partecipazione del loro governo alla coalizione». E alcune ore dopo un esponente del Fronte Al Nusra aveva confermato all’agenzia stampa Dpa di avere in mano le due ragazze.
Originarie una di Brembate, nel bergamasco, e l’altra di Besozzo, in provincia di Varese, Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, 22 e 2o anni, erano al loro secondo viaggio in Siria in poco meno quattro mesi: a marzo, la prima tappa del “progetto Horryaty” (il gruppo fondato con Roberto Andervill), le aveva portate a compiere un sopralluogo per capire il da farsi. Vanessa studia mediazione linguistica e culturale all’Università di Milano, dove ha cominciato a imparare l’arabo oltre all’inglese, mentre Greta è volontaria della Croce Rossa ed era già stata in missione in Africa.
Sull’account Twitter @ekhateb88, ritenuto vicino ai ribelli anti-Assad, viene postato un riferimento al pagamento di un riscatto. Poi una cifra, 12 milioni di dollari, ripresa anche da un televisione di Dubai e rilanciata dal Guardian. Ma si tratta chiaramente di notizie non confermate. Tuttavia, intorno alla presunta ed ingente somma sborsata dallo Stato italiano per liberare le due ragazze, si è innalzato un prevedibile polverone di borbottii e polemiche. Immediate le reazioni e i commenti “forti” da parte di politici e parlamentari.