NAPOLI- Partono i lavori di riqualificazione dell’acquedotto romano dei Ponti Rossi. Ad annunciarlo è Giuliana Di Sarno, presidente della Terza Municipalità: “Grazie al nostro impegno è stato finalmente preso in considerazione il progetto risalente al 2007, che prevede il restauro degli antichi ponti di epoca romana, ingabbiati dai ponteggi dal periodo del post terremoto del 1980″.
I resti dell’acquedotto romano dei Ponti Rossi sono visibili tra Capodichino e Piazza Ottocalli.Esso fu costruito per volere dell’imperatore Claudio ed è così chiamato per il colore dei mattoni con cui è costruito. Alcune ricerche condotte verso la metà del ‘500, accertarono che l’acquedotto era lungo 43 miglia fino a Napoli e 50 miglia fino a Baia, era alimentato dalle sorgenti dell’ Acquara (nella valle del Sabato) e si diramava lungo tutta la città e parte della provincia fino a Pompei e alle zone del nolano.Un primo restauro dell’acquedotto fu riproposto circa 3 secoli dopo a fine ‘800.
Si tratta dunque di una risorsa storico-artistica importantissima per il nostro territorio, che per decenni è stata abbandonata al degrado, mentre avrebbe potuto rappresentare il volano di sviluppo turistico dell’area dei Ponti Rossi.
La terza Municipalità punta infatti alla riqualificazione dell’acquedotto romano per promuovere il rilancio del turismo nella zona compresa tra Capodimonte e Capodichino. In questo progetto si inseriscono anche il restyling dei giardini di via Nicola Nicolini e un intervento di arredo urbano, a partire dal riposizionamento dei cassonetti dei rifiuti, che deturpano la bellezza e il valore storico-artistico dei ponti. L’opera di riqualificazione, che vedrà impegnati Comune e Soprintendenza per i Beni archeologici, avrà un costo complessivo di circa due milioni di euro e prevede: la rimozione delle impalcature, il taglio della vegetazione spontanea cresciuta sul manufatto di età romana e il rifacimento del manto stradale.
“Abbiamo intenzione di far diventare l’antico acquedotto in tufo e laterizi rossi, un vero e proprio museo all’aperto – conclude Di Sarno – dove potranno affluire cittadini e turisti da tutto il mondo. Una traccia della storia che ricade sul nostro territorio e che rientrerà in specifici itinerari turistico-culturali.”