Napoli – Sono state celebrate in un rito congiunto le esequie di Michele Liccardo e Giovanni Rinaldi, le due vittime del Norman Atlantic, il traghetto sul quale, lo scorso 28 dicembre, divampò un incendio.
A supportare il dolore delle famiglie dei due autotrasportatori, i colleghi della ditta per la quale lavoravano, la Eurofish, tutti con il giubbotto da lavoro. I due erano a bordo del traghetto proprio per lavoro, in quanto trasportavano pesce sui loro mezzi. «Sono vittime del lavoro – ha detto il vescovo ausiliare di Napoli, Lucio Lemmo, durante l’omelia – Michele e Giovanni hanno perso la vita risucchiati dalla violenza del mare, dopo essere scampati alla violenza dell’incendio che ha distrutto anche i loro mezzi di lavoro».
Le autopsie condotte sulle salme dei due autotrasportatori napoletani hanno evidenziato la morte per annegamento dopo assideramento in seguito all’impatto con l’acqua gelida di quella notte.
Due bare, una accanto all’altra.
In una c’è Michele Liccardo, 32 anni, di Villaricca, nell’altra Giovanni Rinaldi, 34 anni, di Torre del Greco, i due, insieme a Carmine Balzano – che risulta tuttora disperso – erano partiti per fare il carico di pesce in vista delle copiose richieste che contraddistinguono la “ressa” della notte del 30 dicembre.
Il dolore esplode al termine dei funerali, quando un applauso ha accompagnato il volo di palloncini bianchi.
«Voglio il corpo di mio marito, dov’è mio marito?». Così Maria Spina conferisce libero sfogo alle sue speranze di riabbracciare suo marito, Carmine Balzano, disperso dalla fine del giorno dell’incidente. Maria, insieme ai suoi familiari, è tornata solo qualche giorno fa da Bari, in cerca di notizie sul marito, di cui non si hanno tracce da quella notte, quando telefonò alla moglie per dirle che era in salvo su una scialuppa. «Nessuno mi dice niente», afferma.
Oggi Maria ha partecipato ai funerali dei colleghi del marito che nel giorno della tragedia erano sulla scialuppa con lui. Accompagnata dai suoi familiari che non l’hanno lasciata sola un attimo da quando tutto è cominciato, ha voluto salutare le famiglie delle due vittime. Poi è esplosa in lacrime: «Lo Stato sta uccidendo anche me, senza armi» ha esclamato.