La Circumvesuviana è una variabile imprevedibile capace di confezionare e consegnare impossibilità, disagi, disservizi, necessità e notizie, sempre nuove, sempre diverse, tutte da scartare, di volta in volta, con la stessa curiosa e preoccupata incertezza.
Migliora lentamente la situazione, ma resta più che elevata la percentuale di disagi incassati dai viaggiatori.
La settimana scorsa, i treni a disposizione per le sei linee erano meno di 50, con punte minime di 46: una condizione che aveva costretto i funzionari a programmare ancora una volta le soppressioni, per un ammontare complessivo di una decina in una giornata.
Nei giorni successivi si è giunti a poter contare su 55 treni in funzione: un recupero che ha consentito di evitare la cancellazione della corse, ma non ha messo al riparo i viaggiatori da una serie di problemi. Soprattutto negli orari di punta, alle 13, alle 17 e alle 19, non sono mancati i ritardi.
Il motivo: il treno che arriva al capolinea, nella maggior parte dei casi, subito ripartire per una nuova corsa. I passeggeri che scendono dai convogli si incontrano (e spesso si scontrano) con quelli che devono salire per un altro viaggio, generando caos nel terminal porta Nolana e nella stazione piazza Garibaldi e anche qualche momento di tensione, dovuto alla confusione. I 55 treni a disposizione dell’azienda, dunque, si rivelano ancora insufficienti.
Intanto lunedì prossimo è previsto un summit tra aziende e sindacati per discutere anche del patto che dirigenti e lavoratori avevano stipulato per recuperare più treni. Secondo un accordo siglato a luglio 2014, infatti, giunti al 31 dicembre, la Circumvesuviana avrebbe dovuto avere in funzione ben 70 treni. Per raggiungere il risultato, il personale di manutenzione che lavora all’officina e al deposito di Ponticelli si sarebbe impegnato a produrre uno sforzo lavorativo che l’azienda avrebbe provveduto a retribuire con un premio speciale: 750 euro una tantum nella busta paga di gennaio 2015. Sarebbero diventati 800 se il numero di 70 fosse stato superato.
L’obiettivo, però, è fallito ed ora sotto accusa ci sono proprio i treni, alcuni dei quali troppo vecchi e usurati per essere recuperati al meglio. In officina riscontrano, in particolare, problemi alle ruote e all’impianto frenante: nonostante i pezzi di ricambio e l’impegno dei tecnici, soprattutto i convogli di vecchia generazione sono al collasso. Spesso un treno esce dall’officina riparato, ma vi fa ritorno nel giro della stessa giornata, a volte anche dopo poche ore.
Una delle situazioni che immortala in maniera più che saliente ed essenziale il disagio consequenziale al suddetto deficit, si rileva nel Vesuviano.
Gli orari e le abitudini dei cittadini costretti a ricorrere ai servizi della suddetta azienda di trasporti sono cambiati radicalmente, in particolare, in molti istituti le lezioni cominciavano in ritardo, ragion per cui le scuole hanno modificato gli orari delle lezioni per adattarli ai tempi della Circumvesuviana. I quattro plessi dell’Alberghiero, quello di Striano più i tre di Ottaviano, possono essere raggiunti dagli studenti soltanto col treno. Anche ad Ottaviano hanno dovuto cambiare gli orari, così come all’istituto professionale e al liceo «Diaz», sempre ad Ottaviano.
Un esempio topico che ben immortala l’attuale realtà dei fatti.
Intanto, venerdì 16 gennaio, a Piazza Dante si terrà il flash mob indetto proprio per protestare in merito allo stato di degrado ed abbandono nel quale sono costretti a viaggiare in Circumvesuviana, Cumana e Circumflegrea.