Davanti al negozio Coin di corso Vittorio Emanuele a Salerno i lavoratori nel weekend hanno protestato.
Attraverso cartelloni con appelli del tipo “Si accettano miracoli! Salvate il nostro lavoro!”, citando il titolo del film del napoletano Alessandro Siani ancora nelle sale, hanno invitato i clienti del punto vendita a non entrarvi, nelle giornate di sabato, domenica e lunedì. Il lavoro all’interno del negozio sabato scorso è stato comunque gestito dai colleghi delle filiali di Napoli, perché l’intento dei tredici dipendenti in totale era quello non di creare disagi soprattutto nel secondo fine settimana di saldi invernali, bensì di far sentire la voce di tredici famiglie consapevoli di poter finire per non avere di che mangiare nei prossimi mesi.
Il fitto dei locali è scaduto ben diciotto mesi fa, nonostante siano riusciti ad ottenere una proroga che scadrà il 31 gennaio. La Cgil, inoltre, aveva proposto nel 2013 un ridimensionamento della metratura del negozio e la mobilità dei dipendenti che, dopo varie trattative, l’azienda aveva accettato. Le nuove collezioni però non sono arrivate e si è stati costretti ad effettuare una svendita in vista di chiusura.
Tale sciopero è stato indetto dalla Filcams e dalla Fisascat per cercare di evitare il licenziamento dei dipendenti, ma soprattutto la chiusura di un negozio storico che significherebbe la scomparsa di tale marchio dalla provincia di Salerno, non solo dalla città. Infatti, le filiali più vicine si trovano soltanto a Napoli, Sorrento, Caserta e Mercogliano.
Le richieste di aiuto hanno raggiunto la prefettura ieri alle ore 12:00, ma l’appuntamento è stato rinviato al 20 gennaio, per consentire la partecipazione della società che ha in fitto il ramo d’azienda.
E’ stata chiesta la possibilità di un ulteriore assorbimento del personale di Salerno nelle altre sedi campane, ma ancora non sono state ricevute risposte.
Vista la metratura del negozio, la gestione del locale è competenza del comune di Salerno, a cui è stato rivolto l’ennesimo urlo disperato.