In Egitto l’omosessualità non è un reato, ma resta comunque un tabù.
Dunque spesso i casi in cui si sospetta che due persone dello stesso sesso abbiano vissuto situazioni di intimità sono puniti con l’accusa generica di “dissolutezza”.
Ad esempio a fine dicembre scorso otto uomini sono stati condannati ad un anno di prigione poiché comparivano in un video all’interno di un matrimonio gay. Gli attivisti credono che il 2014 sia stato il peggiore anno per gli omosessuali, in quanto almeno centocinquanta uomini sono stati arrestati o hanno preso parte ad un processo.
Il sito del quotidiano egiziano Al-Ahram, vicino al governo, ha riferito che sono stati condannati per lo stesso motivo il 7 dicembre scorso ventisei uomini che, nell’hammam pubblico “Ramses” nel quartiere di Azbakeya al centro del Cairo, avrebbero partecipato ad “orge omosessuali”. Al momento dell’arresto, il programma televisivo “El mestakhabi” ha mostrato la giornalista inviata insieme alla polizia nel blitz fotografarsi mentre con uno smartphone riprendeva gli uomini seminudi: tutto ciò è stato oggetto di polemiche sui social network.
Ora che finalmente sono stati assolti, uno dei legali della difesa ha dichiarato: <<Sin dal primo momento eravamo convinti della loro innocenza>>. La reazione del fratello di uno degli uomini è stata la seguente: <<Ci aspettavamo questa sentenza. Sono stati arrestati in un hammam che ha una licenza da cento anni>>.