Stamani, su richiesta della locale Procura distrettuale antimafia ed eseguita dai carabinieri, è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 21 persone nella provincia di Salerno.
I destinatari del provvedimento sono indagati per associazione mafiosa, estorsione, scambio elettorale politico-mafioso e altri delitti aggravati dalle finalità mafiose, nonché per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Al centro delle indagini del Ros gli interessi illeciti del clan camorristico sarnese dei Serino, le cui maggiori attività d’interesse risultano essere: narcotraffico, gestione di sale scommesse e videopoker. Accertato anche il sostegno elettorale fornito dal clan ad un candidato alle consultazioni amministrative del maggio dello scorso anno.
Un’attività camorristica, rapace e sanguinaria, quella dei Serino che nasce negli anni ’80, sotto gli ordini di Cutolo ed entrata nell’affare della ricostruzione a Sarno.
Un primo quadro complessivo delle attività del clan fu fornito in seguito all’arresto di Luigi Parlato, un ex cutoliano che dopo tanti anni e tante inchieste, nei rapporti di polizia, viene ancora indicato come «figura di primo piano» della criminalità nell’agronocerino. Parlato è in carcere per tentata estorsione e incendio: aveva chiesto quaranta milioni, senza ottenerli, ai titolari di una ditta impegnata nei lavori di risanamento dell’ambiente dopo la disastrosa alluvione del maggio ’98. Il rifiuto degli imprenditori non aveva scoraggiato il boss. Più volte, nel cantiere, erano state incendiate per rappresaglia scavatrici e betoniere.
Nell’ambito di quel filone d’inchiesta, i Serino emersero come responsabili di altre estorsioni, ai danni di imprenditori e commercianti del posto. Matteo Serino, per chiedere tangenti, si faceva forte del terrore che incute a Sarno il solo nome del padre.
Negli anni ’80 Parlato e Serino erano rivali. I cutoliani uccisero un fratello di Serino, per rappresaglia fu ammazzato un fratello di Parlato.
Attualmente lo scenario è cambiato. I clan hanno stipulato un patto di non belligeranza. Si dividono gli appalti. Alcuni controllano la ricostruzione, altri il racket. Forti del fatto che il business legato alle attività criminali genera un utile in grado di “sfamare” molteplici bocche.
Nuovi dettagli emergeranno senz’altro non appena verranno rese note le informazioni diramate nel corso di una conferenza stampa tenutasi stamani alle 11:30 presso la Procura della Repubblica di Salerno.