“Nous sommes tous Charlie”: questo lo slogan della manifestazione di oggi 11 gennaio promossa dall’Alliance française di Venezia in campo Manin alle ore 14.30, in contemporanea con quella di Parigi.
Si è trattato di una manifestazione silenziosa in risposta agli avvenimenti di qualche giorno fa riguardo alla questione Charlie Hebdo, a cui hanno partecipato anche autorità locali.
Non a caso tutti i residenti e turisti da varie parti del mondo si sono diretti proprio in questo posto: campo Manin infatti, come commemorato con la statua al centro di questa piazza, è dedicato a Daniele Manin, nato a Venezia nel 1804 e morto in esilio a Parigi nel 1857 dopo una vita di entusiasmo patriottico da presidente della repubblica di San Marco, ostacolato dagli Austriaci. Sulla libertà lo stesso sosteneva: <<Noi siamo liberi e possiamo doppiamente gloriarci di esserlo, poiché lo siamo senza aver versato goccia né del nostro sangue, né di quello dei nostri fratelli… Ma non basta aver abbattuto l’antico governo; bisogna altresì sostituirne uno nuovo, e il più adatto ci sembra quello della repubblica che rammenti le glorie passate, migliorato dalle libertà presenti. Viva la Repubblica! Viva la libertà! Viva San Marco!>>. Non sarebbe felice di sapere quanto sangue, e in quale modo, si sta versando invece oggi in nome della stessa libertà.
In qualsiasi angolo della piazza, cartelli con su scritto “Je suis Charlie”, striscioni, sguardi di persone che non si conoscevano tra loro ma complici nell’esaltazione di uno stesso valore.
E’ stato chiesto ai partecipanti di portare con sé una matita, simbolo della libertà d’espressione, che tenevano chi in testa, chi in mano, chi nella tasca del cappotto…
Durante la manifestazione era possibile firmare o scrivere un pensiero su un registro -disponibile anche nei prossimi giorni- che sarà poi inviato alla redazione di Charlie Hebdo come messaggio di condoglianze. Anche noi di Napolitan abbiamo scritto il nostro.
Dopo un minuto di silenzio durante il quale tutti hanno alzato al cielo la propria matita, è partito un applauso e pian piano la piazza si è svuotata, lasciando cartelli e striscioni attorno alla statua di Manin.