Ancora una volta la città dei Bruzi appare costellata da disperazione e risentimento.
Malesseri interiori che sfociano in atti estremi e che soprattutto si ripercuotono quotidianamente su chi, con coraggio e risolutezza, cerca in tutti i modi di tirare avanti onestamente senza lasciarsi persuadere da appetibili scorciatoie che probabilmente porterebbero ad una “resa” maggiore.
Un evento drammatico stava per compiersi ieri, in Piazza Amendola verso le 10 del mattino.
In pieno giorno, un uomo in trepido fermento e che in preda ad un momento di incontestabile debolezza stava per darsi fuoco: un ambulante cosentino, infatti, dopo essere stato ammonito dai vigili urbani e costretto a chiudere bottega, reo di non essere in linea con le autorizzazioni e i permessi necessari per la vendita della merce ha iniziato a cospargersi di benzina minacciando di darsi fuoco.
Un gesto non di poco conto che ha subito attratto l’attenzione dei passanti e grazie al tempestivo intervento dei vigili urbani che si sono celermente attivati per impedire all’ambulante di compiere l’insano gesto, unitamente a quello di Padre Fedele che casualmente si trovava lì, la tragedia è stata sventata.
“Ho uno sfratto in atto, – ha dichiarato l’uomo – non riesco a pagare il fitto da due anni. Ho tre figli e io e mia moglie siamo disoccupati. Dov’è la vera giustizia? Andate dove rubano i miliardi e non da chi non ha il pane per mangiare e il latte per i propri bambini”.
Un altro buio capitolo che si annovera tra le vittime della disoccupazione meridionale, una piaga che seguita, ancora oggi, a gravare sulla nostra terra.
Francesca Alessia Cipparrone