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Charlie Hebdo, si può morire per una vignetta?

Redazione Napolitan di Redazione Napolitan
9 Gennaio, 2015
in In evidenza, News
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Charlie Hebdo, si può morire per una vignetta?
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ioPARIGI – Cinque minuti di terrore, 12 vittime e 11 feriti, di cui 5 gravi, ma non in pericolo di vita.

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Due killer incappucciati e armati hanno fatto irruzione nel giornale aprendo il fuoco con dei kalashnikov.

Raggiunto il loro obiettivo, i due terroristi sono tornati in strada e si sono diretti verso l’auto dove c’era il terzo uomo ad aspettarli. Nei video girati con il telefonino dalle finestre e dal tetto, si sente gridare “Allah Akbar!”, “Allah è il più grande”, e “Abbiamo ucciso Charlie Hebdo!”, “Abbiamo vendicato il profeta Maometto!”

Tra le persone che hanno perso la vita, 8 giornalisti, due agenti assegnati alla protezione del direttore, un ospite che era stato invitato alla riunione di redazione e il portiere dello stabile.

Una delle vittime dell’attentato è un poliziotto di origine musulmana, aveva 42 e si chiamava Ahmed, ed è stato freddato con un colpo alla testa dai terroristi.

Al Qaida ringrazia “coloro che hanno vendicato il Profeta”.

I killer, nel frattempo, si nascondono a est della capitale.

de

Circa 80.000 poliziotti francesi si sono mobilitati alla ricerca dei due fratelli Said e Cherif Kouachi.

Uno dei tre killer, il 18enne Hamyd Mourad si è costituito alla polizia di Charleville-Mezières. Nonostante il giovane resti ancora in stato di fermo, il coinvolgimento nell’attentato sarebbe messo in dubbio da un alibi di ferro: al momento dell’attentato, intorno alle 11.30, il giovane si trovava a scuola. L’alibi è stato confermato da un compagno di scuola di Mourad.

In Francia ieri è stata una giornata di lutto nazionale.

Hollande, dopo essere rientrato all’Eliseo, ha dichiarato che “non c’è dubbio che si tratti di terrorismo. Esprimo cordoglio per le vittime, – ha aggiunto – sia giornalisti che poliziotti, al servizio della libertà della Francia”. Questi uomini, queste donne sono morti per l’idea che avevano della Francia, e cioè per la libertà”. Si esprime così il presidente in un messaggio solenne, dopo l’attacco al giornale satirico Charlie Hebdo.“Oggi sono i nostri eroi”.

 Tante sono state oggi le azioni solidali, dal flash mob organizzato in Piazza Farnese a Roma; alle proteste diramate attraverso i social da noti scrittori e giornalisti che hanno postato foto e dichiarazioni in difesa della libertà di parola. Anche la Tour Eiffel si è spenta per Charlie Hebdo.

Ieri i parigini si sono riuniti in raccoglimento in Place de la Republique per manifestare contro il terrorismo.

“Nonostante l’attacco terroristico, la settimana prossima il giornale sarà in edicola”: lo ha dichiarato il cronista Patrick Pelloux. Il settimanale satirico, infatti, uscirà con un’edizione di otto pagine e una tiratura di un milione di copie.

 

Rosaria Lubrano

Tags: #terrorismoallahcharlie hebdofranciaParigiterrorismo islamico
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