Milioni di bambini nel mondo sono privati della spensieratezza che dovrebbe sempre contraddistinguere la loro età per essere adibiti a lavori da adulti. Spinti dalla fame e dal bisogno delle loro famiglie, imparano ben presto cosa significa lavorare anche per dodici ore al giorno senza nessuna forma di tutela.
I bambini fanno comodo a molte attività produttive: le loro mani sono minute e affusolate, così da poter velocemente cucire con precisione articoli di abbigliamento che poi saranno destinati a bambini più fortunati.
Lo sfruttamento del lavoro minorile genera serie conseguenze, non solo alla salute, ma anche allo sviluppo psicologico dei piccoli. La vulnerabilità li espone al rischio di incidenti e malattie per effetto d’inalazioni di prodotti nocivi ed, inoltre, non dispongono delle conoscenze sufficienti e necessarie per maneggiare sostanze pericolose.
L’Oil (Organizzazione Mondiale del Lavoro) e altre organizzazioni internazionali tra cui l’Onu, calcolano che nel mondo ci sono circa 250 milioni di bambini lavoratori, distribuiti in tutti i continenti, ma probabilmente si tratta di dati sottostimati, considerando la difficoltà d’indagare in un settore in cui vige l’omertà, sia da parte degli sfruttatori che degli sfruttati con la complicità di governi che non esercitano i necessari controlli e non attivano le indispensabili azioni preventive e repressive.
Contrariamente a quello che molti comunemente pensano, queste condizioni di sfruttamento non riguardano soltanto i paesi meno sviluppati, ma coinvolge anche e soprattutto il mondo industrializzato. Infatti, da un’indagine condotta negli USA nel 1990, emergeva che minori messicani avevano lavorato nei campi, appena irrorati di pesticidi, in alcune aziende nello stato di New York.
L’articolo 32 della convenzione Onu recita: “gli Stati riconoscono il diritto di ogni bambino ad essere protetto contro lo sfruttamento economico e a non essere costretto ad alcun lavoro che comporti rischi o sia suscettibile di porre a repentaglio la sua educazione o di nuocere alla sua salute o al suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale o sociale.” La Convenzione è dotata di un valore etico e morale, al quale si cerca di aderire totalmente. Nonostante questo, in molti paesi, milioni di bambini sono costretti a lavorare in condizioni inumane e portati alla schiavitù.
Le parole di Gianni Rodari, a tal proposito, fungono da acuto spunto di riflessione: “Quanto pesa una lacrima? Dipende: la lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra.”
Rosaria Lubrano